giovedì 17 marzo 2016

STACCARSI AFFETTIVAMENTE, LA SFIDA DEL FUTURO

Abbiamo maledettamente bisogno di ragionare. Ma sopra tutto abbiamo maledettamente bisogno di coraggio, coraggio di abbandonare le nostre idee lì dove ci sia palesemente la riprova che esse non hanno più valore. O che sono sbagliate, o che ci porteranno al disastro.
E credo abbia ragione il giornalista Marcello Foa quando dice che chi in questi anni ha capito non è un genio, e non ha una qualità superiore che agli altri manca, ma semplicemente ha la capacità (propria degli adulti, aggiungo io) di staccarsi AFFETTIVAMENTE dal proprio gruppo di appartenenza.

Siamo in un periodo difficile, difficilissimo, complicato e dal quale, come bene o male avviene in ogni cambi di secolo, dipenderà il futuro.
Il nemico con il quale ci troviamo a combattere usa armi che non vediamo, agisce, prima che su ogni altra cosa, sulle nostre menti, ci racconta attraverso maledette pubblicità che è bello avere "la possibilità di non scegliere".
Ma l'uomo che non sceglie non è uomo, è una orrenda bestia che abdica a se stesso per non discernere più tra il Bene e il Male.

Ora la battaglia è qui, sotto i vostri occhi, il campo di battaglia lo vedete e non potete più dire di non vederlo, e in verità non si ha nemmeno più voglia di indicarvelo.
Non sarà un Paese civile quello dove si raccolgono la cacche dei cani, sarà civile il Paese che si occuperà della cura dei propri vecchi.
Non sarà civile quel Paese dove tutti pagano il biglietto del tram, sarà civile quel Paese dove a tutti saranno garantiti i tram.
Non sarà un Paese civile quello dove agiscono i volontari, ma sarà civile il Paese dove non ci sono volontari perché lo Stato fa quello che deve senza bisogno di volontari.
Non sarà civile il Paese che cura gli animali in pronto soccorso, ma quello che assicura la cura a tutti i suoi figli in pronto soccorso.
Non sarà civile il Paese dove tutti possono comprare un pane, ma quello che assicura pane di buona qualità a tutti.
Non sarà civile il Paese dove tutti possono "esprimersi", ma quello dove la parola di ognuno avrà chi la ascolta.
Non sarà civile il Paese dove si fa ben bene "il conto della serva", ma quello dove i conti si fanno solo per il bene di tutti.
... ... ...

Ora, è giunto il momento che ciascuno di voi scelga se divenire adulti lasciandosi alle spalle gli antichi legami affettivi, avendo il coraggio di virare, o rimanere ancorati a battaglie che non ci sono più e che solo l'illusione mediatica/virtuale vi pone sotto gli occhi.
Non è la verità della finzione quella che state guardando, è falsità. E nella falsità non c'è nessuna verità, mentre ce n'è, rifratta, nella finzione.

Staccare il cordone e prendere consapevolezza, o rimanere agganciati al passato?
Scegliere, prego.



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