mercoledì 13 febbraio 2019

Sì TAV - No TAV, L'ERRORE (un rapido pensiero della massaia che è in me)

Scusate, voglio fare una domanda semplice perché la questione è molto complessa e non investe soltanto il problema di completamento o no del corridoio5 col tratto Torino-Lione, ma il sistema di governo. Attenzione, non l'attuale sistema di governo, che è ancora "in embrione" (nella sua (ri)nascita), ma quello radicatosi nella mente della maggioranza dei cittadini negli ultimi 30 anni, per cui non esiste più la mediazione e la ricerca del compromesso ma soltanto il decisionismo. Il Decisionismo è parte del Facilismo: la gente delega e si sgrava così del problema, non se ne deve più occupare, esattamente come accade in un condominio quando hai segnalato la rottura dell'ascensore all'amministratore, a quel punto il problema DEVE essere risolto da un altro. Questa concezione della Politica ha allontanato il cittadino dalla Politica stessa, fornendogliene, oltre tutto, una visione distorta: il politico come Amministratore Delegato. Il meccanismo rende la vita del cittadino più facile (ma non più semplice come si può serenamente osservare), ma ha anche un altro risvolto, negativo: che l'AD può fare come vuole, giustificando e motivando in mille modi, e magari attraverso lo sfruttamento di una sostanziosa rete di relazioni, il proprio operato; in pratica, il politico può anche decidere di farsi i fatti propri. A quel punto, il cittadino che ha delegato, deve mettere in campo un'altra delega, quella alla magistratura, fidando e sperando che quest'altro Potere dello Stato se ne occupi... Ma in qualunque caso, il cittadino è messo in un angolo. E mi, spiace dirlo, per suo "collaborazionismo": è stato lui il primo ad accettare, a volere, a sostenere e invocare un sistema in cui poteva delegare, così da non avere rotture di balle. In questo sistema ci sono quelli che si oppongono, una minoranza (che però sta divenendo maggioranza) spesso additata come sovversiva, distruttiva e tutta la sequela di epiteti denigratori che ben conoscete. Ma lasciamo un momento da parte questo schema che è generale e che in realtà investe il mai risolto problema del rapporto tra governabilità e rappresentatività. Voi cosa preferite? Io la rappresentatività. Preferisco infatti che si discuta di più si decida un po' meno ma che alla fine nelle decisioni prese ci siano bene o male assommate le idee della maggioranza dei cittadini. La governabilità, per capirci, è quella delle elezioni dei sindaci in Italia (la legge madre di tutti i disastri), o del presidente in Francia, dove un Macron diviene capo di Stato con il solo 25% dei voti effettivi e decide della vita del 100% senza che almeno un fetentissimo 40% possa mettervi bocca. Potremmo fare mille esempi su questo se guardassimo a come sono governate tutte le nostre città e da tutte le parti politiche, ma lasciamo stare. Tornando alla domanda semplice iniziale: perché la questione può essere solo declinata nei termini di SìTAV o NoTAV? Perché non ci sono mai state altre opzioni sul tavolo? Perché, ai tempi di un tal Burlando, si decise che si doveva bucare la montagna punto e basta? Perché nessuno ha mai voluto davvero prendere in considerazione le alternative proposte che non avrebbero impedito il compimento dell'opera? Perché ci ritroviamo in questa situazione assurda che ci vede ancora una volta schierati come in Coppi-Bartali, Callas-Tebaldi, MIlan-Inter, Nordisti-Sudisti, Baggio-Del Piero, ecc. ecc. ecc.
C'erano le soluzioni alternative? Ma in nome di cosa non sono mai state considerate? Io credo in nome del primato della GOVERNABILITà, della idea del "ghe pensi mi", del "decido io", ed è questo concetto, fondamentalmente, che si doveva fare ingoiare al popolo, non la giustezza o no dell'opera. E giunti al punto in cui siamo, anche quei politici "pro-popolo" che sarebbero aperti al dialogo e alla ricerca di altre soluzioni si ritrovano ormai schiacciati nello schema senza possibilità di uscita. A meno che non vogliano trovarla perché la Politica può sempre trovare una giusta soluzione. Ma per farlo deve occuparsi realmente del problema e non dell'uso dello stesso a fini politici. Saranno in grado di farlo? Spero di sì. Perché la famosa domanda che volevo fare è: ma se una cassetta di zucchine viaggia a una media di 250 km l'ora da Lisbona a Kiev (da LISBONA A KIEV!) sarà proprio tanto grave se in un tratto di una quarantina di chilometri la sua velocità scende a 150? PS - Se la Lega chiederà il referendum su questo tema, andrà a sbattere e potrebbe essere l'inizio del declino. Tutti i territori nei quali per fare 80 km in treno occorrono due ore e mezza, o quelli che ancora hanno binario unico o che non hanno proprio la ferrovia, gli voterebbero contro. La propaganda dell'avversario sarà molto semplice: "la TAV porterà sviluppo dove si fa; gli investimenti della TAV potrebbero essere usati in altro modo". Non è uno scenario complicato da immaginare.
Scendere in piazza con "le madamine" a Torino è stato per gli uomini di Salvini un errore. ZIngaretti, infatti, ha appena dichiarato che alle prossime elezioni il partito dovrebbe candidare persone lontane dalle politica: "per esempio le madamine torinesi". Era fin troppo facile capire che quella era una manifestazione di radical chic e non di gente che prende un fottutissimo regionale tutti i giorni.