martedì 29 maggio 2018

LEGA - 5STELLE: c'è un errore

Penso che in questo momento Lega e Movimento 5 Stelle stiano commettendo un errore, e un errore non da poco.
Data la "questione Savona", il Presidente della Repubblica va ringraziato per avere messo sul tavolo quella che è la vera questione, quella che è LA QUESTIONE: possono assurgere alle cariche istituzionali coloro che non si allineano con il pensiero unico, anche se sono stati ampiamente scelti dal popolo italiano? E dunque di rimando: può il popolo italiano decidere di cambiare strada, di fare scelte diverse da quelle che, sia pure in piena onestà intellettuale, sono state fatte decine di anni prima?
Il pensiero dominante, facciamo un esempio, ha stabilito che tutte le case devono avere la facciata dipinta di rosso. Io mi presento alle elezioni e propongo che tutte le facciate sia dipinte di bianco. Vanno a votare il 100% degli aventi diritto (li che conferma che questo è un esempio) e io con il mio partito prendiamo il 70% dei voti! 
A questo punto ci viene detto che non possiamo prendere in mano il governo del Paese, così come deciso dalla stragrande maggioranza del popolo italiano, perché il nostro pensiero sulle facciate delle case non è "quello giusto". 
Mi pare chiaro che questo è ciò che è accaduto, e ciò che è accaduto è gravissimo poiché mina alla base il principio stesso di democrazia.
Nelle discussioni post querelle-Savona però, rilevo che i 5S e la Lega, stiano commettendo un errore. Alla affermazione degli avversari (che sono tutti quelli del pensiero unico, quindi anche i giornalisti): "Voi volevate uscire dall'euro", si affannano a rispondere: "Non lo abbiamo mai detto... non c'era scritto nel contratto... nel contratto c'è scritto che vogliamo restare nell'€... ecc. ecc. ecc.".
Mi sembrano un po' Marine Le Pen quando cominciò, per tranquillizzare non si sa bene chi, se i mercati, se la classe media, se fra' ciufolo da Lione... a mitigare la sua posizione sull'€. Non gli portò bene.
Ora, io non dico che queste forze debbano urlare "voglio uscire dall'euro", ma dovrebbero rivendicare un principio in maniera chiara e netta: "io ho detto, e scritto in contratto, che non voglio uscire dall'euro, non l'ho nemmeno detto in campagna elettorale - per la Lega non è propriamente vero, basta guardare a pag 9 del suo programma - MA SE LO AVESSI DETTO E SCRITTO, E IL POPOLO MI AVESSE DATO MANDATO DI FARLO, CHI SIETE VOI PER IMPEDIRE CHE SI REALIZZINO LE SCELTE DEL POPOLO ITALIANO?". Se domattina il popolo vuole cambiare direzione ha o non ha il diritto di farlo?
Come ho già avuto modo di scrivere, se mettete insieme tutti i partiti euroscettici (quindi non propriamente no-euro, soltanto dichiaratamente euroscettici), che siano o non siano entrati in Parlamento, avrete una somma che oscilla tra il 60 e il 74% (che ci sia dentro Forza Italia o no). 
Quindi è palese che il semplice euroscetticismo, nemmeno la voglia di riacquisire la propria piena e totale sovranità, il semplice euroscetticismo, è la tendenza, il principale desiderio del popolo italiano, che però non potrà minimamente essere esaudito.
Ma tornando al banale esempio delle facciate delle case in bianco o in rosso, io credo, da quel poco che vedo perché da spettatore sto disertando una serie di trasmissioni del mainstream e guardo spesso dei video che mi vengono segnalati dagli amici o dai miei contatti virtuali, credo che 5S e Lega stiano sbagliando nel giustificarsi, nel non rispondere chiaramente a una affermazione, sia pure falsa, con un principio! 
In questo momento, io credo, l'affermazione del principio è decisamente più importante e dirompente. Il solo che ho ascoltato in tal senso fino ad ora è l'On. Claudio Borghi Aquilini, il quel pone la questione, ma detta questione viene scavalcata da inutili discussioni di cronaca.
Attendo in tal senso altri segnali... 

E anche quando gli avversari (che sono sempre tutti quelli del pensiero unico, dunque compresi i giornalisti), dicono, quasi fosse una concessione: "Sì, lo potete proporre... MA DOVETE DIRE LA VERITAAAAAAAA'..."  e a questo punto snocciolano tutta la sequela di orrori che, secondo loro, si verificheranno con la fatidica uscita dall'€, dalla distruzione del risparmio fino alle alluvioni, l'invasione della cavallette e la morte dei primogeniti maschi... anche in questo caso va, a mio immodesto parere, piantato in terra come un trave di cemento il principio che queste sono soltanto le loro verità e le loro opinioni, null'altro, poiché sappiamo che non esiste un solo studio scientifico che attesti la positività dell'euro (al minuto 23:30), e l'unico che c'è fu commissionato dalla commissione europea (piccolo conflitto di interessi), e i due economisti che lo redassero, due anni dopo la pubblicazione si sono scusati. 
Quella, quindi, caro rappresentante del pensiero unico, è LA TUA VERITAAAAAA', la mia è un'altra, e fino a prova contraria la Verità assoluta la possiede solo Dio, la mia e la tua sono sullo stesso piano, altrimenti si ripone il principio che il tuo pensiero... è più pensiero del mio, e dunque non siamo più in democrazia. 

La campagna elettorale che sta per avviarsi porrà al suo centro in superficie il problema della UE e dell'euro, ma nel profondo LA QUESTIONE DELLE QUESTIONI: è possibile in questa UE avere un diverso pensiero, esiste ancora la nostra libertà di pensiero, abbiamo o no il diritto di scegliere diversamente, esiste ancora o no la nostra democrazia?
Ecco perché l'affermazione dei principi è fondamentale - e bene hanno fatto Salvini e Di Maio a non cedere su Savona -, ed è sui principi, non su altro che si vincerà o perderà la prossima battaglia. 

sabato 26 maggio 2018

APPELLO AI CITTADINI, ORA TOCCA NOI!

Quello cui stiamo assistendo travalica le categoria dell'imbarazzo.
Per la nascita di questo Governo Lega- Movimento5Stelle, siamo di fronte a un attacco mediatico del quale non stupisce la portata, ma la totale mancanza di pudore.
La portata, dicevo, non stupisce, per il semplice motivo che alcuni partiti o personaggi singoli, negli anni passati sono stati oggetto di simili attacchi, costantemente o a fasi alterne a seconda delle situazioni.
Il problema è che noi cittadini, come un branco di poveri imbecilli, abbiamo creduto ai denigratori e ci siamo schierati da una parte o dall'altra sostenendo queste opere di propaganda e deligittimazione. Facendo un esempio pratico: se ero di sinistra e l'attacco era rivolto a Berlusconi, senza nemmeno chiedermi se quel che mi raccontavano era vero o no, era totalmente vero o no, era parzialmente vero o no, io ci credevo e sostenevo l'attacco. 

Se siamo alla situazione in cui siamo, un pezzo di colpa è anche nostro proprio per questo tipo di comportamento. La domanda è: impareremo dai nostri errori?
Ho forti dubbi. 


Ora, anche quelli che spesso si sono lanciati contro tizio o caio, cominciano a rimanere basiti di fronte al cumulo di scemenze che sentono dire, alle menzogne reiterate del sistema mediatico, alla propalazione costante di bufale (a me, quella che più mi manda il sangue alla testa è: "la grecia ha fatto un referendum per uscire dall'euro", affermazione che oltre a essere totalmente falsa e anche simbolo di sciatteria professionale nonché del senso di disprezzo verso l'uditorio - massa di barbari che non capite nulla, io vi dico quel che voglio tanto voi ve la bevete).
Eppure è quello che accade da ormai quasi trent'anni, solo che, "facendoci comodo", non vi abbiamo fatto caso (espressione eufimistica). 


Io non voglio qui entrare nel dibattito politico, perché gli strumenti per comprenderlo ci sono tutti, basta avere un po' di voglia di leggere, ascoltare davvero, comprendere. Ma voglio solo dirvi due cose: 

1 - abbiamo un problema con la Verità; se volete che tutto cambi, dovete avere il coraggio di sostenere la Verità sempre, anche quando questa investe o riabilita un vostro nemico politico, altrimenti non ne veniamo a capo né ora né mai, perché continueremo, direttamente o indirettamente, a alimentare quello stesso sistema mediatico che ci ha portato a questo; dovete dunque uscire dalle vostre logiche di appartenenza, e pure se - tornando all'esempio di sopra - quella Verità riguarda Berlusconi, dovete difenderla a spada tratta. Perché se non spargete Verità, non potrete poi chiedere Verità. Se pure sei grillino e i dati dicono indiscutibilmente che sotto l'ultimo governo del Cav. il debito pubblico stava scendendo, hai il dovere di difendere questa Verità contro tutto e tutti, altrimenti sarai un fiancheggiatore della propaganda di Potere
Più il dato che difenderai ti farà "male al fegato" e più vorrà dire che stai agendo per la Giustizia e la Libertà del tuo Paese. 

2 - Ora, cari amici, cari cittadini, tocca a noi. 

Siamo in una economia di Mercato? Ebbene, facciamo funzionare implacabilmente il Mercato. Come? Se vedete che la tal trasmissione, il tal giornalista, la tale rete, un certo quotidiano o un sito web fanno propaganda per il Potere, avete il dovere di boicottarli. Con un gesto semplicissimo: cambiate canale, cambiate sito, comprate un altro giornale. E' fin troppo evidente che si stanno comportando come i Bravi di don Rodrigo: "questo Governo non s'ha da fare", e il perché, se glielo chiedete, spesso nemmeno lo sanno, ma questi sono gli ordini che hanno ricevuto. Siamo di fronte a una fede religiosa che non guarda in faccia alle sofferenze di nessuno. E allora, ribadisco, facciamo funzionare il Mercato. Nel senso che una trasmissione che perde audience, perde anche introito pubblicitari, e alla fine perderà di interesse per l'editore. Il quale, sarà anche un bastardo, ma è guidato da una logica semplice: "Mi porti soldi o no? Mi porti inserti pubblicitari da vendere a buon prezzo o no? Se non me li porti, sarò costretto a chiuderti... mica investo i miei soldi su di te per la gloria". 
Non mi pare una azione difficile, e la possiamo fare tutti. Cambiate canale, ce ne sono ormai a centinaia; comprate un altro giornale, ce ne sono a decine; scegliete un altro sito web, che quanti ce ne sono non si sa nemmeno più. 

Vi hanno, ci hanno imposto il mercato, colpirli con le loro stesse leggi è più facile di quanto immaginiate.
Giornali, trasmissioni, siti... non c'è nemmeno bisogno che ve li elenchi. I colpevoli, li conoscete benissimo! Vendicatevi, boicottateli! 

PATRIA O MUERTE!

sabato 19 maggio 2018

CONTRATTO LEGASTELLATO: MANCA LA CORTESIA (altro che coperture!)

Il Contratto per il Governo del Cambiamento tra Lega e Movimento 5 Stelle ha finalmente visto la luce; ieri è stato votato dagli iscritti pentastellati con oltre il 90% di favorevoli, oggi lo sarà dai sostenitori di Salvini, con esito ugualmente scontato... e queste sono tutte cose che credo sappiate.

A me pare un accordo non soltanto interessante, ma importante. Mi dà una precisa sensazione che preferisco non rivelare per non mettere armi in mano al "nemico", anche se i miei contatti sono generalmente sotto i 41, ma non si sa mai da dove può arrivare la buona notizia, me nemmeno da dove può partire quella cattiva.

I Media, che come d'abitudine si prestano alla propaganda del potere (senza capire che si sta inesorabilmente sgretolando e che resteranno cu na mano annanze e n'àta addereto! vedi "L'Unità"), prima si sono lanciati sulla incapacità a fare un governo, poi sulla assurdità di un accordo di governo, quindi sulla impossibilità di trovare una intesa, poi sulle follie contrattuali, e poi ancora sul premier fantasma, e a seguire sulle borse che crollano per colpa del contratto mentre lo spread sale per colpa del contratto... ora che il contratto è chiuso, stanno agitandosi su "le coperture" non ostante la questione sia stata più volte chiarita nella sua inconsistenza anche economisti non della Lega
Ma il Media di regime può solo dire quel che il regime vuole, negandosi la possibilità di ragionare. Anche perché, il circo che invade le televisioni fa parte tutto della stessa squadra; si arriva quindi al punto, più di una volta al giorno, che vengano propalate della vere e proprie fake news senza che nessuno degli altri presenti in studio le corregga. Plastico esempio questa vera e propria perla di falsità detta dal sig. Beppe Severgnini, il quale, come potere ammirare (stavolta sì che ci vogliono i pop corn)chiede se ricordiamo cosa sia accaduto a quei paesi che SONO USCITI DALL'EURO!!!  

Con affetto, questo pezzo è meglio di dieci film di Stanlio e Ollio, un quiz migliore di quelli del povero Mike Bongiorno, e attendiamo con ansia la risposta: QUALI CAVOLO SONO QUESTI PAESI USCITI DALL'EURO???
Pare che Severgnini abbia fatto sapere che la risposta arriverà da una prossima seduta spiritica dove verranno evocate le anime di Schumann e di Ciampi, e alla quale farà seguito una commissione di inchiesta parlamentare per verificare la veridicità delle informazioni medesime.
Per i poveri di spirito (poiché di loro sarà il regno dei cieli): nessuno è mai uscito dall'euro. Quindi cosa dovremmo vedere di quello che è successo ad altri, cosa dovremmo prendere ad esempio se NON è MAI ACCADUTO??? 

La volontà di terrorizzare lo spettatore è palese, e questa è una fake news indiretta (e in diretta) bella e buona.
Volete ancora fidarvi di questa gente che dovrebbe essere messa sotto inchiesta dall'Ordine dei Giornalisti per capire quali siano i motivi per cui propala tali informazioni? 


Scusate la digressione lunga, ma di fronte a questo capitombolo ho voluto condividere le risate e l'incazzatura.
Perché la tv è proprio come diceva Pasolini: ti pone per forza di cose in stato di subordinazione. Dallo schermo qualcuno parla, con una autorevolezza datagli dalla posizione, e tu spettatore non puoi replicare, solo subire.  

Il consiglio è quello, dunque, di dubitare sempre di quel che vedete e ascoltate, e di chiedersi sempre se i miei interessi possono combaciare con quelli di colui che parla. 

Torniamo dunque al contratto di governo tra Lega e 5Stelle.
C'è solo un punto, in questo accordo, che non mi piace, e riguarda una sorta di "cortesia conviviale", di "eleganza istituzionale" che entrambe le compagini devono acquisire e spero acquisiscano presto, altrimenti avranno vita difficile, soprattutto perché il Potere è lì pronto con i cannoni puntati, e non fallirà i suoi colpi. 

Certo, questa "cortesia conviviale, eleganza istituzionale", sono anche il segnale chiaro di quel che penso e non vi dico sull'accordo, e sono giustificati da un preciso sguardo delle due compagini sul futuro, ma - ribadisco - sono a mio parere necessari. 

Per spiegarsi: quando Di Maio e/o Salvini aprono le loro dirette facebook, intelligentemente baypassando proprio quei Media di regime che storpierebbero il loro messaggio, o quando i diversi rappresentanti dei due partiti vanno alle interviste, dovrebbero avere sempre qualche parola cortese, di ringraziamento, di concessione di merito, di senso del coinvolgimento... dell'altra parte. Un esempio pratico: Di maio dice "abbiamo messo in programma i punti del nostro programma... grazie anche alla attenta disponibilità al dialogo della Lega che ha acquisito e integrato le nostre istante... bla bla bla, bla bla bla", e lo stesso esempio vale per Salvini.
Si assiste e ascolta, invece, sempre un IO, IO, IO, NOI, NOI, NOI (mi spiace dire: sempre un po' più dai 5S che non dalla Lega, ma questa è solo una mia impressione forse di parte), e non va bene. 

Può anche volere dire che in un certo qual modo il Contratto non è ancora stato introiettato dai due soggetti come vero punto di partenza per la svolta storica.

A questo punto il più è fatto, certamente. La fibrillazione sul premier si scioglierà come neve al sole perché sono certo che i due i nomi già ce li hanno già, tutti, e attendono per rivelarli, di andare dal Presidente (vero ostacolo alla nascita di questo Governo, essendo più preoccupato di accontentare l'establishment che non il voto degli elettori italiani - ma Mattarella rischia molto proprio perché i due baypassano i Media!).
Fatto tutto, però, e se sarà consentita la nascita del nuovo esecutivo, i due dovranno imparare questo "danzar cortese", altrimenti ogni parola sarà usata per metterli l'un contro l'altro. 

E saranno problemi, non solo per loro, ma per tutti gli italiani. 

mercoledì 16 maggio 2018

GOVERNO, MEDIA... Oh, che paura!!!

Due parole al volo su questa storia del Governo. Le stanno dicendo tutti, posso esimermi dalla cronaca? A volte sì, a volte no...

Ora, io non lo so cosa stiano combinando quei quattordici signori in quella stanza. Parlano, scrivono, discutono, cancellano, correggono, riscrivono, fanno pausa e parlano, i capi si appartano, i vice si appartano, telefonano, mandano messaggi via social... Con franchezza, non ci trovo nulla di strano. 
Qualcuno dice: "Non si è mai vista una cosa del genere, non è mai accaduto, non si è mai fatto...".
E allora? Se l'uomo fosse rimasto solo alle cose già fatte starebbe ancora a prima dell'invenzione della ruota, mi pare ovvio.
Come sarà "il nuovo"? Chiaramente non lo sappiamo, e sono certo che nemmeno l'inventore della ruota sapeva bene a cosa sarebbe servita prima di inventarla e se sarebbe stata effettivamente utile o no, una cosa buona o cattiva. 

Si denota una differenza con il passato (oltre alla novità del meccanismo): per la prima volta dopo venti anni, chi sta cercando di elaborare "il contratto - alleanza", ha una visione del Paese, ha un progetto chiaro, ha preciso il senso della direzione che vuole prendere.
Tra le due posizioni ovvio che si cerchino mediazioni, ma chi è a quel tavolo ha un progetto, a differenza di chi ha vissuto o senza nemmeno sapere come era fatto un timone, o semplicemente eseguendo "i compiti" da altri assegnati. 

Indipendentemente dal fatto che possa piacervi più il progetto leghista che quello del movimento e viceversa, è chiaro che i due hanno in testa, per il futuro, un'idea di Paese. 

Quello che sappiamo di sicuro è ciò che fuori da quella stanza si sta dicendo, da parte dei Media e di tutti i vari opinionisti che si interscambiano dalla mattina presto alla notte fonda, nel tentativo non tanto di spiegarci cosa stia accadendo, ma criticare, ancor prima che il pulcino sia nato, la capacità riproduttiva della gallina. 
La Verità è che questo non si era mai visto! 

Non si erano mai vista l'élite televisiva (ormai casta anch'essa, composta sempre dai soliti noti, che ruotano da trasmissione a trasmissione, con qualche outsider che serve per mostrare che siamo democratici, ma al quale si comprime però, spesso e volentieri ("Pubblicità!"), la possibilità di parlare), non si era mai vista così scatenata contro questa nuova compagine virtuale. Perché la compagine è ancora tutta virtuale, dobbiamo ricordarlo. Potrebbe anche andare tutto in fumo. Non lo sappiamo. 
Ma la capacità divinatoria - spero che ora si cominci a comprendere - è sempre stata la principale caratteristica di questo establishment, sempre stata l'elemento distintivo della élite che la compone e di quella che l'ha supportato. Esse hanno fatto di tutto nel corso degli anni, per convincere noi italiani (ma anche noi europei) che se non avessimo fatto ciò che loro indicavano come giusto avremmo fatto fini dall'esito più che catastrofico: prima dovevamo fare la fine dell'Argentina, poi la fine della Grecia; oppure dobbiamo fare questo altrimenti ne pagheremo le conseguenze, come ha fatto la Spagna, come ha fatto l'Irlanda; e se poi non funzionava era perché non lo avevamo fatto bene, e se era fatto bene non bastava, dovevamo farlo benissimo... 
Nella capacità divinatoria di questa classe dirigente c'è la chiave della questione, io credo. Perché il problema che adesso si pone è enorme, e oltre tutto il caso si è già posto chiaramente due volte: con la Brexit, e con Trump. L'élite previde disastri, i disastri non ci sono stati. E a quanto pare non ci saranno...
Nel nostro specifico caso, di noi italiani, quel che si sta verificando è estremamente più semplice: la realtà sta dettando la Verità, e la gente semplice la legge perfetta-mente. Questa Verità inevitabilmente smonta tutte "le narrazioni" fatte fino ad oggi; "narrazioni" sulle quali la élite ritorna, cerca di rinfrescarle come un prodotto in vendita cui si cambia il nome o la confezione per rilanciarlo sul mercato, al punto che dopo venti anni siamo tornati a sentire parlare di Argentina come nostro possibile destino. Una cosa che ha del ridicolo e che è stata prontamente smontata, guarda caso proprio dai nuovi eletti in Parlamento. Perché il loro progetto è questo: solo merce da vendere a noi che non considerano cittadini ma solo consumatori. 

Sono come stretti in una tenaglia: da un lato le profezie catastrofiste sul futuro per esempio della Gran Bretagna sono andate in fumo, dall'altro le profezie miracolistiche sulla efficacia delle "riforme" italiane indicateci per la maggior parte dall'Unione (UE)... sono giudicate dalla gente.
E lo sono incontrovertibilmente: qualcuno ha provato a fare la somma dei voti di tutte le compagini che si sono presentate alle elezioni con una connotazione anti UE indipendentemente se siano o no entrate in Parlamento, da CasaPound, passando per il centrodestra, il M5S, fino a Potere al Popolo, il Partito Comunista e ancora e ancora gli altri partiti minori? Si arriva ben oltre il 70%! (potete verificare. Ed anche sottraendo il 14% di FI, la cifra resta dannatamente alta). 

Il volere del popolo italiano, sia pure nei vari distinguo e nelle varie declinazioni, è chiarissimo.

E allora?  

E allora, la paura del radical chic che tanto si sbraccia in televisione e sui quotidiani contro il razzista, l'incompetente, la follia, le favole, le assurdità, il non s'era mai visto, ecc. è tutta qui: nel timore che la gente non si più "governavile, e che le proposte de "i barbari", come li ha definiti volgarissima-mente il Financial Times (sempre ricordandoci che Yalta ci pose sotto controllo inglese), che le proposte dei "barbari" possano funzionare. Sarebbe lo sbugiardamento totale, sarebbe la perdita della credibilità, e per molti anche della posizione di rendita che in questo sistema si sono costruiti. 

È tutto qui, non c'è altro. Il mio suggerimento è non credere, in questo momento, a quello che i Media riportano e dicono. Perché i loro interessi, in questo momento, non sono i vostri, non sono i nostri. Non voglio nemmeno dire con assoluta certezza che i nostri interessi saranno sovrapponibili a quelli del Governo che potrebbe nascere, ma di sicuro gli interessi di De Benedetti e dei suoi stipendiati non sono i miei. 
Il resto si vedrà. 
Probabilmente, arriverà un dopo, in cui cadranno molte teste, ma noi non ci siederemo in poltrona con i pop corn. Il perché è inutile che ve lo spieghi, chi lo capisce... ha capito. 

mercoledì 9 maggio 2018

CASTELLITTO-MORO, l'emozione di conoscere il professore

Non voglio, in questo 9 di maggio, che tanti tristi ricordi dà al nostro Paese, scrivere ancora, aggiungere parole a parole su Aldo Moro, ed anche su Giuseppe Impastato.
Le informazioni sono ormai davvero tante, che si può fare un quadro della situazione abbastanza chiaro, e forse ha ragione Giovanni Fasanella, autore del bel libro "Il puzzle Moro" quando dice che non c'è più nessun mistero, bisogna anzi uscire dalla logica del solito mistero italiano che rischia di "kennedyzzare" l'affaire Moro, tramutandolo in un romanzo piuttosto che in un fatto atroce vero che ci riguarda in quanto è ricaduto sulle vite di tutti noi.
Niente altre parole, dunque.
Ora è forse il caso di meditare su tutto quello che sappiamo.
Intanto, qualche bella sorpresa ci è ancora riservata da questa nostra televisione di Stato stanca e destinata allo smembramento.
Ieri sera, infatti, è andato in onda una bellissima docu-fiction, "Aldo Moro, il professore" che merita davvero la vostra attenzione. Se non l'aveste vista, sul sito raiplay la ritrovate tutta.  

La voglio segnalare per due precisi motivi: il primo è che per una volta si è parlato di Aldo Moro e della sua tragica fine, insieme agli uomini della sua scorta, con un taglio completamente diverso, partendo dalla sua attività di professore e dal suo rapporto con gli studenti. Ciò ha fatto sì che per una volta si sentisse, si vedesse, si parlasse dell'uomo Moro e non del "giallo su Moro".
Parrebbe poco, invece è una cosa molto importante: perché noi che veniamo da quegli anni, sappiamo chi era Moro, perfettamente; è normale, quindi, che noi si sia molto concentrati sul rapimento e sulla ricerca della Verità sulla sua morte. Ma c'è ormai un intero mondo di giovani, i quali ogni anno sentono commemorare quest'uomo, ma non sanno, in realtà, perché Moro fosse così importante.
Certo non lo era per come faceva il professore, pur essendo un immenso docente come tutti i suoi studenti hanno testimoniato negli anni, ma almeno il cambiare ottica è un buon punto di partenza.
Forse un giorno arriveremo anche a spiegare ai giovani l'importanza della sua attività politica in quel mondo, in quel momento, in quel contesto, con quella situazione internazionale e nazionale, quale fosse il suo progetto e la sua visione del Paese, e allora sì che i giovani capiranno cosa abbiamo perso noi italiani tutti e perché c'è ancora bisogno di cercare tutta la verità, tutta, su quell'omicidio.

In secondo luogo, voglio inchinarmi davanti a Sergio Castellitto. Che ha fatto magnificamente quel che un attore, vero!, deve fare: non ha fatto nessuna imitazione di Moro, ne ha raccolto alcuni modi di fare, nella gestualità, in alcune pose, nella pacatezza della voce e nei ritmi del parlare, ma poi ha disegnato lui, da attore il personaggio, riuscendo, in tal modo, a restituirci il tratto emozionale della sua visione del personaggio. Ha trattato Moro, alla fin fine, come personaggio e non come pezzo della Storia da ricopiare. Questo gli ha consentito di evitare qualsiasi caratterizzazione che avrebbe potuto sfociare nel macchiettismo, sia pure involontariamente.
Mi si dirà che è impossibile fare di Moro una macchietta. Giusto. Ma non dal punto di vista attoriale, che è quello che a me qui interessa.
Assistiamo ormai, vedi l'Andreotti di Servillo ne "il divo" di Sorrentino, a della becere macchiettizzazioni che si accostano più al lavoro dell'imitatore che non a  quello dell'attore e che nulla hanno di emozionante, che sia emozione tenera o irritante.
Di fronte all'Andreotti di Servillo si esce dal cinema esattamente come vi si era entrati; di fronte al Moro di Castellitto si esce dalla ideale sala cinematografica di casa, portandosi dentro un pensiero, una emozione, una sensazione, ciascuno la sua. E in qualche modo ci pare di essere stati per un po' a contatto con il personaggio, di averlo intimamente conosciuto.

Se usciamo da teatro così come vi siamo entrati, diceva un vecchio regista, vuol dire che abbiamo perso tempo.
Ringrazio Castellitto per non avermi fatto perdere tempo, ieri sera.