venerdì 18 marzo 2016

CIRINNÀ: AMORE NON È FEDELTÀ (in quanto amore non la contiene)

Se ne parla, se ne parla, e poi... il silenzio.
La cronaca procede come una valanga, come... a rolling stones.
Prendiamoci tre minuti per pensare e torniamo un momento indietro. Alla legge Cirinnà, anzi al prosieguo della Cirinnà, della quale si è accennato, lasciando poi morire (chissà quanto volutamente) la discussione.
La Sen. Cirinnà di questo nuovo ddl è solo una delle firmatarie. La nuova proposta di legge porta il nome della Sen. Cantini. E riguarda l'obbligo di fedeltà nel matrimonio.
La faccenda si liquida con: "una roba superata...".
Se la si prende alla leggera, è una roba superata da sempre, la storia del mondo è abbuffata di corna e controcorna.
Lo si potrebbe pensare come un retaggio cattolico, ma in realtà se provate ad andare a un tribunale ecclesiastico chiedendo l'annullamento per il vostro lui o la vostra lei vi sono stati infedeli, la richiesta verrà respinta. Il caso, non è contemplato.
È il Codice Civile, invece, a farne materia di separazione. E qui, come spesso accade, si potrebbe facilmente commentare che i preti stanno più avanti di noi.

Qual è, dunque, questo effettivo valore della parola fedeltà, possibile che essa sia limitata solo a una questione sessuale?
Nel 1967, Giuseppe Patroni Griffi, dava alle scene la sua più importante commedia, "Metti, una sera a cena". In essa, il protagonista diceva che "amore non è fedeltà, in quanto amore non la contiene", sembrava un concetto, all'epoca, rivoluzionario, che scandalizzava, ma in realtà vecchio come il mondo.
In un meraviglioso romanzo del 1985, forse il più importante romanzo del secondo '900, o quanto meno il più importante sull'argomento "Amore", "Natura morta con picchio", lo scrittore americano Tom Robbins, ribadisce un concetto di cui forse ci siamo dimenticati: "In principio era la parola, e la parola era: scelta". "Scelta", non "fedeltà", e anche se qualcuno potrà obiettare che le due cose sono una dentro l'altra, non è propriamente così. Ce lo insegna la vita.

Allora qual è questo valore di "fedeltà" che si vuole cancellare, possibile che sia solo quello sessuale? Francamente è un po' pochino.
Probabile che quando parliamo di Fedeltà, parliamo di condivisione di un "progetto", di adesione a un percorso comune, di accettazione di mutuo sostegno, di idea comune sul come educare i figli, o come condursi nella vita? Parliamo, insomma, di concorde adesione a una "filosofia" di conduzione della vita sulla quale basare quella nostra primaria cellula sociale che è la famiglia?
Famiglia come base della società, per la costruzione e conduzione della quale si condividono sentimenti e concetti di base.
Se la guardiamo così, sarà più grave un caso di corna, o, ad esempio, la decisione di uno dei due coniugi di abbandonare il concordato progetto di educazione dei figli? Farli o non farli battezzare, mandarli o non all'università, mettere o non mettere a disposizione i risparmi per aiutarli a comprare casa, assisterli o non assisterli nella malattia...
Le corna passano, nel dolore o nell'indifferenza sono sempre passate, è la storia dell'uomo a dircelo; il tradimento del sentire comune, del progetto di piccola società comune, è una ferità che difficilmente si rimargina. Anche questo ce lo dice la storia del mondo, e nostra, di singoli, quando - ancora un esempio - vi sentite rinfacciare, magari dopo dieci anni, che "quella volta tu non hai voluto...".

A questo punto, andiamo a concludere, e rifacciamoci la domanda: possibile che quel valore di fedeltà che si vuole cancellare riguardi solo la sfera sessuale?
Io farei attenzione. Perché se si cancella questo valore - come se poi si potesse farlo, per legge, di cancellare un valore di una comunità, e questo è un altro punto che dovrebbe mettervi in sospetto - si instilla una idea che dalla famiglia, nucleo fondante della nostra società, tracima e investe certamente spazi molto più ampi.
Una famiglia è una piccola società. Uno Stato è una grande famiglia. Se cade il concetto di fedeltà (ribadisco, non quella sessuale) all'interno del nucleo fondante la nostra società, cade il concetto di fedeltà all'interno di uno Stato? Se svanisce il vincolo di fedeltà al progetto famiglia tra due coniugi, avrà poi senso il vincolo di fedeltà ad uno Stato tra gli stessi cittadini, visto che, lo dimentichiamo troppo spesso, sono loro, siamo noi lo Stato?

È palesemente in atto un attacco allo Stato Sociale costruito con fatica negli ultimi secoli, e in Italia sopra tutto dopo la II guerra mondiale. È pensabile, ipotizzabile, considerabile che la cancellazione del vincolo di fedeltà faccia, molto più nel profondo di quanto crediamo, parte di questo attacco, che sia una cancellazione che agisca nell'inconscio collettivo?
Famiglia: nucleo fondante della Società. Società e Sociale, mi pare abbiano etimologicamente la stessa radice.  

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