martedì 12 ottobre 2021

I TEMPI SONO TRISTI

 I tempi sono tristi, scriveva il poeta. Io non sono un poeta, ma lo confermo. Sento nel cuore una profonda tristezza, segnata palpabilmente da tutto quel che ci circonda e da quanto sta accadendo in questi anni scellerati e terribili che chissà dove ci porteranno, sicuramente non in un mondo buono se così continuano a svolgersi le cose. 

I tempi sono tristi. Qualcosa, o qualcuno, non voglio saperlo per ora, ci ha divisi come con una spada affilata, e ci ritroviamo adesso su un unico campo di battaglia, alcuni in divisa blu, altri in uniforme rossa. E siam pronti ad ucciderci. Perché abbiamo smarrito la ragione. Di questo son certo: tutto dipende dal fatto che abbiamo smarrito la ragione. E la cosa più grave che ciascuna delle due parti è convinta che solo gli avversari, ormai nemici, abbiano smarrito la ragione. 

I tempi sono tristi. Si perdono così gli amici, forse la cosa più preziosa nella vita. Ma si spaccano anche le famiglie, quei porti sicuri dove ciascuno sa di potere riparare in qualsiasi momento e con qualsivoglia difficoltà. Si legge di figli contro i genitori, di genitori contro i figli, e si gode alle disgrazie altrui, anzi queste si aspettano, si cercano così da poter dire: "Visto che avevo ragione io". 

I tempi sono tristi. "Ragione", è la parola più a sproposito usata. Non c'è ragione in tutto questo, non c'è ragione nell'odio, e soprattutto non c'è ragione nel desiderio sfrenato di alcuni uomini di dominare tutti gli altri. E nemmeno c'è ragione nei dominati che si scontrano tra loro senza rendersi conto di essere solo pupi. 

I tempi sono... sono quello che sono, sono quello che abbiamo costruito nei decenni senza accorgerci, sia pure nella nostra buona fede, della brutta china che tanti ragionamenti, che ci parevano semplici e logici, ci facevano prendere. Di chi sarà la colpa? Non ha nemmeno più importanza saperlo, almeno adesso. Conta a questo punto sapere, capire, scoprire, cosa possiamo fare per rimettere in rotta la nave, e come possiamo fare per riprendere una navigazione sana, nel canale della ragione umana e soprattutto della Giustizia. 

I tempi sono... senza Giustizia. La cosa che più sento ci manca ad ogni livello e in ogni situazione, quella giustizia giusta fatta di piccole cose, di minimi gesti quotidiani che ti fanno sentire che la vita è possibile. Non parlo della grande causa nel grande tribunale dello Stato, ma della giusta osservanza quotidiana del vivere civile, della possibilità di vedere le regole condivise sulla carta, condivise per la strada, nelle case, nei palazzi, negli uffici, su un treno o un aereo. 

I tempi sono... senza prospettiva. Fino a ieri i giovani andavano via alla ricerca di una migliore opportunità di lavoro e vita, con dolore, perché quando si lascia la propria terra c'è sempre, sempre dolore, anche se non rivelato, ma andavano; lasciavano i vecchi, i loro vecchi, spesso ad altre giovani straniere che pure avevano dovuto lasciare la loro terra con dolore, e andavano. Oggi non vanno via solo i giovani, ma anche i vecchi, chi può va a viversi la pensione in un altro paese che spera migliore, dove non dovrà elemosinare una analisi del sangue e potrà comprare serenamente da mangiare e magari risparmiare pure qualcosa da mandare ai propri figli. E anche qui è dolore. Nessuno lascia mai la sua casa senza dolore. Morire lontano dal proprio cielo, dalla prima luce che si è vista nascendo, è una bestemmia che andrebbe punita dal cielo per chi l'ha prodotta. Chi resterà? 

I tempi sono tristi. Gli amici si allontanano, gli amori si fanno difficili, il pensiero è un privilegio che non ci si può più permettere, se non a costo di fatica, sofferenza e emarginazione. 

I tempi sono tristi. Resta solo l'amara consolazione che finiranno. Perché il tempo dell'uomo scorre e non torna. Peccato non ci sia dato sapere in quel momento dove saremo, sarebbe almeno una amara consolazione. 

I tempi sono tristi, e noi possiamo solo continuare ad andare avanti tenendo come unico vessillo la nostra coscienza. Che Dio ci aiuti.