giovedì 17 novembre 2022

TRENTOTTO ANNI DOPO, ESSERE ATTORE

Salerno 17 novembre 1984 - Torino 17 novembre 2022 

Oggi sono trentotto anni dalla prima volta che sono salito su di un palcoscenico. 
Trentotto anni. Durante i quali sono successe molte cose, belle e brutte, durante i quali ho capito tante cose, belle e brutte. 
Essere attore è sostanzialmente un paradosso, è cercare la sanità mentale sbandierando la propria malattia, il proprio disturbo. Perché essere attore è un disturbo, un disturbo nella testa, che si pensa di curare, o quanto meno mitigare, assecondando quel bisogno di curare un disturbo; ma nell'assecondare si trae piacere, ed ecco, quindi, che il disturbo non può che essere alimentato. 
Essere attore è una devianza, il bisogno di essere sé e altro al contempo, è la ricerca di un se stessi già chiaro fin dal principio: sei questo è lo sarai sempre anche quando non farai l'attore, e l'augurio è che non guarirai mai, e non guarirai mai perché solo in quella condizione stai bene. 
Essere attore è una metafora, essere attore è essere una metafora, e, come dicevo, un paradosso: è essere portatore di un profondo erotismo ed al contempo essere un soggetto totalmente asessuato. Sono maschio, sono femmina, sono omosessuale, sono transessuale, sono tutti i personaggi cui presto questo mio corpo, la mia voce, il mio pensiero; io non esisto come loro non esistono, siamo tutti solo funzione di un racconto il cui obiettivo è "riconoscersi". 
Niente è più doppio di un attore, niente è più uno di un attore. 
La sostanza delle cose è in sé e sfugge allo stesso tempo, così come sfugge il tempo, come sono sfuggiti questi trentotto anni solo d'amore. 
Buon compleanno, attore. Tu sei nulla, orgogliosamente nulla, sei in ogni istante tutti coloro che ti hanno preceduto, tutti coloro che ti succederanno fino a che un uomo avrà respiro per raccontare, per raccontarsi una storia tentando di comprendere "chi sono". 
Buon compleanno. Ogni debutto è il primo attore del mondo che rinasce, felice di rifare tutta la strada, felice di sapere che non troverà mai la risposta, felice di perpetuare il cammino. 

A tutti "i senza nome e senza memoria", cuore vero del Teatro, cui orgogliosamente appartengo e sempre apparterrò, buon compleanno.