venerdì 29 giugno 2018

Boeri ci fa o ci è? (Boh...)

Sempre più spesso viene spontaneo chiedersi se uno ci fa o ci è.
In questo caso il soggetto che suscita la nostra perplessità è il presidente dell'INPS Tito Boeri, che ha dichiarato che la riduzione di immigrati regolari mette a rischio la spesa pensionistica, ecc ecc. Insomma, la solita solfa: gli immigrati ci pagano le pensioni.
Ora, che questa litania si ascoltasse in periodo di governi piddini poteva anche non sorprenderci, faceva parte della propaganda; ma che queste bislacche posizioni vengano sostenute di questi tempi e con l'attuale governo, francamente lascia perplessi.
Boeri ci fa o ci è? Oppure: Boeri lavora forse per la Lega, perché questi sono assist impagabili? Oppure: Boeri vuole essere mandato a casa?
Forse la sola cosa certa è che ormai la maggioranza degli italiani ha preso a non fidarsi più delle notizie che gli giungono dalle "fonti ufficiali" e le smonta con la propria testa proponendo ragionamenti semplici, pratici, di buon senso.
Come, ad esempio, le poche cose che oggi ho sentito in un bar:
- abbiamo i giovani disoccupati che vanno a cercare lavoro all'estero, non potrebbero pagarcele loro le pensioni se trovassero lavoro qui? (E come fai a dargli torto?)
- ma se gli immigrati li usano per i lavori a due euro l'ora nei campi di pomodori, e li pagano al nero, ma che contributi dovrebbero versare? (E come arifai a dargli torto?) 
E poi c'è la più facile: - ma se non c'è il lavoro per gli italiani, che lavoro gli facciamo fare per pagarci le pensioni?
La più raffinata ne l'ha detta mia madre dall'alto dei suoi 79 anni: - abbiamo cinque milioni di poveri, il 30% sono stranieri regolari: se non lavorano questi perché dovrebbero trovare lavoro quelli che arrivano?

Qui non c'è da fare nemmeno tante filosofie, semplicemente il ragionamento di Boeri non sta in piedi, o quanto meno per la gente comune è totalmente assurdo.
La domanda sorge spontanea: perché, dunque, questa uscita del presidente dell'INPS?
Personalmente non ho più voglia di chiedermelo perché di sciocchezze, in questi anni, ne abbiamo dovute già smontare fin troppe, e ormai si smontano da sole.
La sola cosa interessante è rilevare che le persone semplici non sono più disponibili a bersi qualsiasi cosa. Sono decisamente stanche. Dunque, caro presidente Boeri, anche basta!

venerdì 15 giugno 2018

LA COSTRUZIONE DEL NEMICO PERFETTO

A cosa serve avere il nemico perfetto?
Ad avere tutto per sé e a gestire a proprio piacimento il potere.
Chi è il nemico perfetto?
Quello al quale possono essere addebitate tutte le colpe.
Perché ho bisogno del nemico perfetto?
Perché additando lui come cattivo, implicitamente mi pongo come "buono".

Maestri nell'arte della fabbricazione del nemico perfetto sono stati negli ultimi 25 anni quelli de 'A sinistra. E chi era il nemico perfetto? Ma ovvio, lui, proprio lui, l'unico e il solo: Berlusconi Silvio.
Le aveva tutte (tutte quelle che ci servivano per dirci buoni): ricco (mentre noi siamo per i poveri), accentratore di poteri (mentre noi siamo per la gestione comune), proprietario di aziende (lui è il padrone noi siamo i lavoratori), moralmente discutibile (noi siamo quelli della questione morale), sguaiato nei comportamenti (noi siamo educati e discreti), etero sessuale incallito (noi siamo aperti a tutto)...
Insomma, a nessuno più che a Berlusconi Silvio potevano essere imputate tutte le colpe e tutte le condanne. Il tam tam mediatico fu così efficace che ci abbiamo creduto praticamente tutti, tranne coloro che non stavano con Berlusconi per le sue idee, ma solo perché ce l'avevano con i comunisti, e pur di andare contro i rossi se la sarebbero fatta anche con... "i fratelli mussulmani".

Oggi che il Cavaliere non conta più nulla, guardando forse le cose con distacco ci si può accorgere che in realtà, dal 1993 ad oggi, tutto i provvedimenti, le riforme, le leggi che davvero hanno influito sul quotidiano di ognuno di noi, in maniera diretta intendo dire, non le ha fatte Berlusconi ma il centro sinistra. A cominciare dai prelievi notturni sui conti correnti per farci restare nello SME, bal bruciare i nostri risparmi, fino a darci l'euro, lo smantellamento delle aziende di Stato, le privatizzazioni, le liberalizzazioni, per arrivare alla abolizione dello statuto dei lavoratori e a riforme come la buona scuola.

Ricordo bene quando sono sceso in piazza, anche io, a Roma, al Circo Massimo, insieme ad altre migliaia di persone (si parlò di tre milioni), per la manifestazione organizzata dalla CGIL, all'epoca guidata da Sergio Cofferati, contro l'abolizione dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Il Governo Berlusconi che intendeva fare quella riforma, si fermò.
La riforma la fece anni dopo il Governo Renzi. I sindacati in piazza non li ho visti.
Ma zio Silvio era il nemico perfetto. Gli si poteva addebitare qualsiasi cosa e la gente ci credeva.
E se lui era il cattivo... gli altri automaticamente erano i buoni. Anche perché in regime maggioritario, con chi vince e chi perde, con chi governa e chi sta all'opposizione, le contrapposizioni sono sempre piene e perfette: se tu sei cattivo, io posso solo essere il buono.

Da quando siamo diventati tripolari, come si dice con una brutta espressione, questa distinzione "buoni-cattivi" si è fatta più complicata, ma i nostri baldi cavalieri del buonismo di stato non hanno perso la speranza di trovare dopo il "silvio finito" un altro nemico perfetto.
Chi abbiano puntato è evidente: Matteo Salvini (con la sua Lega, ovviamente).
Il quale Salvini si tira dietro il M5S, ma non è detto che se i grillini avessero fatto il governo con il PD sarebbero stati accomunati al male. Probabile che una verità sia nel fatto che nessuno credeva che davvero lo avrebbero fatto, questo governo, governo che fa decisamente sul serio, e che può davvero cambiare molte cose, e dunque fanno paura. Perché il piano si può ribaltare e possono venire fuori, agli occhi della gente, nuovi buoni e nuovi cattivi.
Eh già, perché qui sta il problema vero: fino a pochi anni fa i buoni riuscivano attraverso il loro sistema mediatico, il loro potentissimo sistema mediatico, a pilotare il pensiero della gente. Ora la gente non gli crede più, anzi i primi cui non crede sono proprio quelli del sistema mediatico.
La comune vulgata è: se lo ha detto il tg, allora deve essere il contrario.
Inoltre, con zio Silvio (che non fu nemmeno il primo, forse primo nella nostra Repubblica, fu un intero partito, la Democrazia Cristiana), si poteva giocare su elementi che ne mettevano in luce una dubbia moralità, le olgettine, i festini, il conflitto di interessi, la salvaguardia delle aziende... Con questi nuovi "nemici" la questione si è fatta molto complicata, perché sulla gestione dei flussi migratori, sulla legge Fornero, riforma della Buona scuola e altro, la maggioranza degli italiani sta, decisamente, con i partiti di governo. Succede perciò che, hai voglia a dire che i migranti servono alla nostra economia... zia Teresa che abita alla periferia di Milano, non li vuole più tra i piedi. Che abbia o no ragione zia Teresa è dato che ora non ci interessa, quel che conta è che zia Teresa non crede ai giornali e crede al governo. Punto. 

E allora? Come si fa?
Si usa un'altra vecchia tecnica: il discredito. Si bombarda e bombarda con qualsiasi cosa, virgola, parola, sospiro per gettare in cattiva luce il nemico. Prima o poi diverrà perfetto.
A naso, anche l'inchiesta sullo stadio della Roma non giunge casualmente. I tempi sono tutto in politica. Molto probabile finisca in una bolla di sapone. Vedremo in quanti lo racconteranno con la stessa enfasi.

Il problema è di chi casca in queste trappole. Di coloro che vorrebbero davvero che l'Italia uscisse dalle secche in cui è stata cacciate da 30 anni di governi o venduti o incapaci, ma non riesce a capire, perché è ancora forte nella sua testa il condizionamento mediatico, che la polemica gratuita sul social o anche al mercato, fa il gioco del buono nella costruzione del "nemico perfetto".
Riusciti in questa opera di "creazione", il gioco riprenderà come prima. Prima per chi gestisce il potere, per noi, sarà solo e sempre peggio.
Questo è il momento unico e netto di fare una scelta di campo e di portarla, con le armi della politica, alle estreme conseguenze: o si sta con il sistema che fa lavaggi del cervello, o si sta contro di esso, in ogni momento, in ogni situazione, in ogni parola.
Vie di mezzo non ce ne sono.

domenica 3 giugno 2018

PRIMA DI APRIRE LA BOCCA, ASSICURARSI CHE IL CERVELLO...

Pensierino della domenica.

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Vogliamo stamane rivolgere un simpatico pensiero a coloro che "Di Maio non sarà un buon ministro del lavoro perché non ha mai lavorato".
Troppo facile sarebbe chiedere se la Fedeli ha mai studiato o se la Lorenzin ha mai guarito qualcuno, o se Alfano ha mai fatto l'ambasciatore. Perché un ministro detta indirizzo politico, ed è sempre stato così e saremo a galla finché così sarà.
Infatti, ancora troppo facile sarebbe sottolineare che la Fornero era ed è espertissima di pensioni, e che Poletti era un sindacalista, dunque espertissimo di lavoro.
Ma la cosa ancor più interessante da notare è un'altra: Moro fece mai l'ambasciatore? Eppure è stato il più importante ministro degli esteri che abbiamo mai avuto; oppure Fanfani o Cossiga non potevano fare il ministro degli interni perché non avevano fatto il poliziotto? O ancora, Rumor non avrebbe dovuto fare il ministro delle politiche agricole perché è molto improbabile che abbia mai zappato la terra! 
Ricordo invece un tal De Lorenzo, che da medico creò molti problemi alla Sanità...
Per concludere, ricordo ancora non un ministro, ma uno di quegli spiritosi cartelli che si vendevano sulle bancarelle: 

Risultati immagini per prima di aprire la bocca assicurarsi che il cervello sia collegato




PS (un appello fuori contesto): L'estate è ormai praticamente arrivata. Il più bel complimento che il sottoscritto abbia mai ricevuto da una donna è stato: "Tu non puzzi mai!".
Meditate, per favore, meditate, e magari agite pure di conseguenza.