mercoledì 24 marzo 2021

L'ASSASSINIO DEL PRIMATTORE

 Al telefono un paio di giorni fa con l'amico e collega Salvatore Felaco cercavamo di evitare di parlare di Teatro. Ci fa troppo male. Ma gli attori non sanno fare altro, è più forte di loro, perché Attore è una condizione esistenziale non un lavoro. 
I guai, è noto a tutti, sono immensi, soprattutto in questo momento. E Salvatore concordava con me che il Covid ha solo acuito e messo a nudo una realtà che era già devastata. 
Con infinita pietà abbiamo pensato a tutti quei giovani che non avranno mai più, forse, il piacere di conoscere quel Teatro, quella vita del Teatro che noi ancora abbiamo avuto avuto la fortuna di frequentare e che è sicuramente l'aspetto che dopo tanti anni ci fa ancora desiderare di fare una valigia e partire per andare in giro a fare spettacolo, dalla grande città al paesino sperduto sui monti, dal magnifico teatro all'italiana al cinemaccio sporco e freddo di periferia. 
Perché la tournée era fatta di tutto questo: sei mesi di viaggi in cui passavi dalle stelle alle stalle, dal caldo al freddo, dal mare ai monti, dagli alberghi dI lusso alle topaie... Ma non aveva importanza, perché tutto era parte di un unico immenso viaggio che nessuno pareva sapere quando era cominciato, e nessuno pareva sapere quando sarebbe finito, il viaggio di una professione di cui tu eri solo una tappa. 
Giovani e anziani insieme, a condividere il tempo e le visioni del mondo, uomini e donne, belli e brutti, savi e stupidi, tutti a insegnarsi qualcosa senza nemmeno rendersene conto: da ragazzi abbiamo imparato dagli anziani, da anziani impariamo dai giovani, e da uomini impariamo dalle donne e da donne impariamo dagli uomini. E odiarsi, e amarsi, e fratelli, e coltelli, tutto in un unico giro di valzer. Il "ternario" non chiude mai. 

E a un certo punto Salvatore ha detto una cosa che mi è rimasta nel cuore, e che mi ha spinto a scrivere: "Questi ragazzi non vedranno mai i primiattori, non sanno proprio cosa vuole dire un primattore". Loro - ne sono sicuro perché i giovani sono presuntuosi (chi di noi non lo è stato, e forse è anche giusto così) - sono certi di saperlo, ma in realtà è un altro pezzo di Storia e di vita del Teatro che questo mondo che alcuni soltanto hanno voluto lavorando per anni nell'ombra, gli ha tolto. 
Il primattore è il Teatro. È l'incarnazione stessa del concetto di Attore/Teatro, è la dirompenza del fascino, è la incarnazione del mistero, che tu osservi sempre distante per quanto tu possa credere di essergli vicino e per quanto egli ti voglia vicino; è l'energia che si sprigiona sulla scena, è il mestiere, è la potenza del Teatro che attraversa un essere umano che ti pare simile a te e che ti accorgi essere diverso. 
Essere accanto a un primattore vero è sentire l'energia che fluisce leggera: tutto ti pare facile, tutto ti pare possibile. Solo dopo anni capisci che quel che pareva così semplice era il frutto di un percorso, di una fatica, di una dedizione, di un amore infinito cui si è sacrificato tutto, e quando diciamo tutto vuol dire proprio tutto. 
C'è una nobiltà in loro, quei pochissimi che ancora sono sulle nostre scene, che li pone in alto e distanti in ogni momento: mangiano con te, lavorano con te, ridono e scherzano con te, ma un naturale timore ti attraversa quando li guardi. Poterli osservare dalle quinte, poterli osservare ogni sera è uno dei motivi che ti fa sentire il privilegio che ti è stato concesso nella vita quando gli dei ti consentirono di entrare in Teatro. Il primattore è un Maestro condannato a dare, a insegnare, a trasmettere, a passare anche quando non vuole, anche quando ti odia; è un corpo di carne viva offerto ogni sera al sacrificio, alla perdita e alla rigenerazione. 

Viviamo in un'epoca di mezze figure, in una stupida epoca che crede che il regista sia il re, che l'intellettualità possa supplire a tutto. E in nome di questa falsa credenza ha cancellato il mito del primattore
L'assassinio del primattore non è espressione edipica di crescita, è solo perdita. 
I recuperi saranno sempre più difficili, talvolta impossibili.