mercoledì 2 giugno 2021

ITACA SORELLA - (un poesia)

Tebe è lontana
e Sparta più s’avvicina. 
Ci resto solo Itaca sorella
e quel suo bianco mare a cui porgemmo
i calcagni rosati e il primo sguardo
sull’infinita vastità del mondo. 

Chi fummo noi, e chi saremo,
cosa ci attrae in fondo a quel mistero
che vive in ogni pallido orizzonte, 
cosa ci spinse 
a tuffarci già nudi a quelle onde?

Tebe è lontana, dal cuore
desiderata, e una tristezza sempre 
ne accompagna il ricordo. 

Tebe è lontana, e langue
nel racconto scolpito dai poeti, 
ricordo dei suoi re
ciechi d’amore, vivi nel coraggio 
delle battaglie, e delle donne mute
aspre d’audacia, e forti di parole 
sfuggite al nodo di colpevoli amori. 

Tebe è lontana.
Sparta riposa nel suo orgoglio stanco
tra il silenzio dei prodi e degli ulivi. 
E il silenzio l’avvolge.

Tebe è lontana,
e Atene è uno scoglio nel mare
dove approdare 
a una salvezza che non è ritorno. 

Tebe è lontana.

Ma c’è una casa piccola nel mare,
un punto bianco dentro l’orizzonte,
casa nuova ed antica
a cui tornare, e raccontare
chi fummo noi
e chi conosceremo
nella breve illusione d’ogni viaggio. 

È Itaca sorella, 
e quel suo bianco mare
che ci diede battesimo alla vita,
è la mano di un vecchio ancora tesa,
il cuore della sposa, 
l’occhio del figlio che ci cerca ancora.

Chi fummo noi, 
e cosa conoscemmo
d’infiniti mondi e d’uomini
e di guerre, 
d’amori e d’abbandoni,
delle notti, le stelle, e dei chiarori
nelle paure, il petto nei fulgori? 

Una piccola casa in fondo al mare,
un punto bianco dentro l’orizzonte,
bere e lavare il viso alla sua fonte,
partimmo solo per poter tornare.