Va bene! Come si fa in questi giorni a non esprimere un pensiero
sulla vicenda Roma/Marino. Certo, se ne potrebbe fare anche a meno; ma –
confessiamolo – è troppo divertente far parte del trend sociale.
E proprio dai social giunge la tendenza più esilarante: ora
che Marino si è dimesso, girano post che elencano “le cose buone” fatte dal
quasi ex sindaco. E dico “quasi” perché come ben sapete per i prossimi venti
giorni siamo sotto la spada di Damocle del ritiro delle dimissioni.
E allora voglio, decisamente voglio, questa volta, allinearmi alla
moda del momento.
“È tutta colpa di Ignazio”, “No, il sindaco ha fatto cose buone ma
non gli vengono riconosciute”, “La colpa è di quelli che lo hanno preceduto”,
“Come che sia, Marino ha palesato totale incapacità nel suo ruolo”...
Non so bene come stia la faccenda, e per certi aspetti non mi
interessa nemmeno saperlo. Quello che noto, ma non è la prima volta che lo
faccio, è che il solo nome a girare è quello del sindaco Ignazio Marino. Mai e
poi mai nominato un solo assessore dei tanti che ha avuto al suo fianco, mai
tirato in ballo un solo assessorato nel suo complesso. Tutto, ma proprio tutto
ruota intorno a un nome.
Ma, attenzione - Alarm! Alarm! – sarebbe stato lo stesso se le cose
fossero andate bene. Per gli stessi motivi per cui nessuno parla mai di un
assessore di Alemanno, ma solo di Alemanno, idem per De Luca, idem per Pisapia,
idem per Pizzaroti.
Insomma, caro Ignazio (e questo dobbiamo dircelo con sincerità),
questo è il prezzo che si paga ad una legge, quella per l’elezione dei sindaci,
che quasi tutti (le eccezioni, cui lietamente appartengo, sono veramente
pochissime), definiscono come la sola legge che funziona in Italia, al punto
che l’attuale premier cerca in ogni modo di replicarne il modello a livello
nazionale; legge che la tua compagine politica ha fortemente voluto e
sostenuto come la risoluzione di tutti i mali, e che pure tu (ne sono certo) avrai convinta-mente appoggiato (almeno nel tuo credo), ma che più passano gli anni e più
(per chi vuole davvero vedere) si rivela piena di falle, per non parlare della
sua qualità profondamente antidemocratica: così antidemocratica che non si
comprende perché la Corte Costituzionale non vi dedichi almeno un paio di
orette per sviscerarne la incostituzionalità, come ha fatto per il “porcellum”
(per la incostituzionalità, non per il paio di orette!).
Non mi è mancata occasione per definire quella legge “la madre di
tutti i disastri”, e qui mi piace ribadirlo.
Il prezzo che si paga, dicevo, caro Ignazio. E per forza: se tutto
il potere si accentra nelle mani di uno solo, è fin troppo facile comprendere
che quello diviene l’unico nome che gira sulla bocca e nella testa sia della
gente che dei media.
C’è una buca? Il sindaco non ripara le strade!
C’è un lampione che non funziona? Il sindaco non cambia le
lampadine!
Si cambia un senso unico? Il sindaco ha incasinato la viabilità!
Si tagliano i posti negli asili nido? Il sindaco abbandona i figli
dei poveri!
La processione del patrono sbaglia strada? Il sindaco ha indicato
male il percorso!
C’è una rapina in un supermecato? Il sindaco non si occupa di
sicurezza!
Non passa l’autobus, si spaccia droga, chiude una fabbrica, manca
l’acqua, la movida non mi fa dormire, le biciclette vanno in contromano, gli
alloggi popolaroi mancano, gli immigrati dormono sulle panchine, l’ambulanza
arriva in ritardo, i carabinieri non rispondono, la villa comunale si allaga, il
fornaio ha chiuso per lutto, la verdura è rincarata, il latte è scaduto, il
portiere ha il mal di denti, la Roma perde, il Milan pareggia, la Salernitana è
in serie B, il ragù è sciapo, l’hamburger senza maionese... piove: colpa del
sindaco!
“Colpa del Sindaco”, che sia o non sia sua competenza.
Se è stato così, in senso contrario, quando dovevamo esaltare “la
grande stagione dei sindaci” (esaltarla per esaltare la legge appena fatta),
quando gli eletti non facevano altro che tirar fuori dai cassetti vecchi
progetti inattutati per anni, e che in quel momento, grazie allo spropositato
potere che la nuova normativa metteva nelle loro mani, senza contrasti di alcun
genere, nemmeno quelli logici e/o saggi... beh, allora ecco che, una volta
esaurite le idee prodotte dai predecessori, le cose hanno cominciato ad andare
maluccio. E nello stesso modo in cui, caro Ignazio, i sindaci della “grande
stagione” si sono prese tutte le lodi, anche quelle che non gli spettavano,
oggi ci si becca tutte le critiche. Legge del contrappasso.
Giunta, Consiglio comunale, Assessori e Assessorati, caro Ignazio,
non esistono. Che tu scelga un bravo o un cattivo collaboratore, quello non
esiste. Esiste solo “il Sindaco”, nel bene e nel male.
Stavolta è andata male, caro Ignazio. Il Partito è probabile che
nella prossima tornata elettorale riciclerà qualche fedele politico-assessore
(tanto, in quanti sono a conoscerne i nomi?), e tu... mah! chi lo sa?! Potresti
avere una poltrona in un qualche ente, oppure tornare mestamente a casa.
Lo scopriremo solo vivendo.
E forse un giorno scopriremo anche che per salvare i comuni italiani
dai loro disastri, palesi o nascosti, ci sarà rimasta una unica possibilità:
chiedere l’intervento di Gordon Ramsey.
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