lunedì 11 aprile 2016

CONFINI AUSTRIACI: ASSALTO ALLA DIVERSITA'

La notizia che qui trovate, degli scontri tra un gruppo nutrito di giovani e la polizia austriaca per la decisione di quel Paese - fino a prova contraria ancor sovrano - di chiudere la frontiera onde impedire il passaggio di migranti.
Tutti i quotidiani che ho potuto scorrere parlano di "attivisti dei centri sociali", i giornali più "destrorsi" lo sparano nel titolo, gli altri molto semplicemente lo scrivono nel pezzo.
Non mi interessa parlar male o bene dei centri sociali. Il fatto mi incuriosisce per un altro motivo.

L'Austria, dicevo, è fino a prova contraria un Paese sovrano. Si potrebbe disquisire sul fatto che aderendo essa alla UE la sovranità se l'è praticamente giocata, ma francamente lascerei perdere e starei su quello che ancora oggi i documenti ufficiali ci dicono: l'Austri è un Paese sovrano.

A casa mia, quando qualcuno di noi si alza la notte per andare in bagno, usiamo azionare lo scarico anche se questo può disturbare il sonno di qualcuno della famiglia. Nel tempo, tutti ci siamo abituati e nessuno ci fa caso.
So che in case di amici, in altre famiglie, si è scelto di usare un sistema diverso: quando la casa dorme lo scarico non lo usiamo (salvo situazioni "gravi") e il primo che arriva in bagno la mattina, scarica per tutti.
Sono scelte, sono solo scelte di convivenza concordate tra i membri della famiglia.
Chi avrà ragione? Chi è nel giusto? La mia famiglia o quella di qualche amico?
Non lo so. Non giudico. penso solo che io a casa mia preferisco fare come faccio, gli altri hanno pieno diritto di organizzarsi come credono.

Che c'entra il cesso notturno con l'Austria?
I ragazzi dei social avranno immediatamente spiritosi pensieri. Io penso che c'entri per il semplicissimo fatto che tutti troviamo normale che a casa propria ognuno si organizzi come meglio crede. Se questo non crea reale danno agli altri, ai vicini, al condominio, al quartiere, ognuno si organizza come meglio crede. E tutti lo troviamo normale e giusto.

L'Austria ha deciso di chiudere le sue frontiere e non far passare i migranti.
Il nostro giudizio morale può essere pessimo. Ma questo ci autorizza a manifestare in maniera così forte da arrivare allo scontro con la polizia di un altro Paese? A lanciare lacrimogeni e sassi, che per forza di cose arrivano in quell'altro Paese?
Decisamente penso di NO. Penso che l'Austria - ci piaccia o no - come Paese Sovrano ha il diritto di decidere a casa propria come organizzarsi.

Ma questo è ancora ancora un problema limitato. Il problema vero, grande, inquietante per me, è quello che c'è dietro quel che è accaduto.
Nessun complottismo, solo una osservazione collegando dei fatti apparentemente lontani: sapete tutti della vicenda dei due giornalisti italiani Nuzzi e Fittipaldi che sono sotto inchiesta nella Città del Vaticano (uno Stato sovrano, per chi lo avesse dimenticato), a causa delle loro pubblicazioni.
C'è in giro molta - comprensibile - indignazione. La stampa deve essere libera e deve poter fare il proprio lavoro assumendosene onori ed oneri. Siamo d'accordo.
Solo che... solo che spesso, anzi quasi sempre, nelle perorazioni - per me giuste - a favore dei due giornalisti, ci si dimentica che quello.... è uno Stato sovrano! Che ha altre leggi, altre regole, che possono piacerci o non piacerci, ma sono le loro.
Insistere col dire che questa è una ingiustizia, che è vergognoso mettere sotto accusa due giornalisti perché hanno fatto il loro lavoro, ecc. è vedere il problema solo dal nostro punto di vista, e non considerare quel fatto semplice semplice: la Città del Vaticano ne ha un altro.

Da questi due accadimenti (ed in realtà anche da molti altri), mi sorge una infinita tristezza: non per l'atteggiamento dell'Austria e/o della Citta del Vaticano, ma perché mi pare evidente che siamo, noi, invasi da un pensiero unico, da una morale unica, da un etica unica, che non solo ci ha invaso, ma che noi, strenuamente vogliamo, secondo me inconsciamente, imporre agli altri, giudicando chi non aderisce a questo nostro pensiero come incivile, inferiore, deficitario, fuori dal mondo, fascista, nemico, assassino, criminale ecc. ecc. ecc. Gli aggettivi si sprecano.
Ci siamo convinti, o ci hanno convinto, che l'unica morale valida è la nostra, che la civiltà è solo la nostra, e chi non la pensa o agisce come noi, chi non è nel nostro cerchio di pensiero è uno che fa male. Punto.

È veramente paradossale che chi dice di battersi per i diritti e la libertà di tutti e per tutti, non consideri che altri possono interpretare questi principi in modo diverso, o che possano non condividerli o non accettare i nostri. Farlo dovrebbe essere cardine della lotta. Considerare che uno la pensa e/o si organizza diversamente da te dovrebbe essere il fulcro di questo pensiero libero, questa diversità, cui sempre tanto si inneggia come valore, viene poi miseramente ad essere annullata quando qualcuno non la pensa come noi.

L'Austria, in questo caso, decide che non vuole persone che passino dai suoi confini: è un Paese in cui sappiamo esserci una dittatura sanguinaria e criminale? La riconosciamo come una democratica al pari della nostra?
Se la risposta è Sì, allora il suo diritto a decidere come e cosa fare a casa propria, in nome di quella libertà di pensiero che vogliamo garantire a tutti, va difeso e non attaccato. Che ci piacciano o no le loro decisioni.

Altrimenti siamo al pensiero unico.
E se sopprimiamo la diversità, sopprimiamo il dissenso.
I ragazzi dei centri sociali, paradossalmente, hanno assaltato loro stessi, la loro stessa ragione di essere.

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