La parola d’ordine dell’ultimo 1° maggio dei sindacati è
stata “solidarietà”.
Una possente eco, quasi si fossero messi d’accordo, cosa
ovviamente improbabile, gli è giunta dal Santo Padre.
Il concetto è decisamente bello e importante. Quel che mi
chiedo non è tanto il senso di questa parola con annesso concetto, ma da chi a
chi dovrebbe attuarsi questa solidarietà. Forse nella testa di chi l’ha
propagandato era chiaro. Ma la confusione prodotta quotidianamente dalla
contemporanea informazione, rischia di confondere le acque.
Personalmente sono un “nemico” del volontariato.
I motivi sono semplici: lo Stato ha abbandonato una serie di
“campi” dove deve operare perché... tanto c’è il volontariato. Il
volontario deve svolgere una azione di supporto a ciò che lo Stato già fa di
suo, al punto che quel volontario dovrebbe risultare quasi inutile; invece,
così come i cittadini troppo spesso delegano la loro azione politica
quotidiana, lo Stato ha delegato ai volontari azioni che gli
competevano.
Un esempio? La Protezione Civile: guardate come e
perché nata, e cosa è diventata.
Allo stesso modo non vorrei che il concetto di solidarietà
sollevasse lo Stato, e dunque la Politica, dalle proprie responsabilità.
Impossibile pensare che la “solidarietà” sia la ridda di sms
al 455... di turno, ce ne sono a iosa, e non considerare, invece, che dietro
tale concetto deve essere chiara una cosa: lo Stato sono tutti i cittadini di
questa Repubblica, dunque è lo Stato che deve operare una azione concreta e
costante di Solidarietà.
Non siamo innanzi tutto noi singoli a dover mettere “le
mani in tasca” per aiutare il nostro prossimo - dovrebbe essere operazione
aggiuntiva e non necessaria, ribadisco - ma il consesso comune ad operare per
il semplice motivo che il problema di uno, oggi, può essere domani il nostro
problema.
L’abbatimento dello Stato Sociale sta divenendo sistematico,
e il travisamento di alcuni concetti, come quello di Solidarietà, può
contribuire a tale abbattimento.
Non accolgo il concetto di Volontariato, così come quello di
Solidarietà, se questi significano sostituirsi ai compiti dello Stato. E se ciò
deve avvenire, diciamocelo subito, per favore, che non siamo più una Repubblica
così come la Costituente l’aveva pensata e la Politica dei primi trent’anni di
vita di questo Paese l’aveva messa in campo.
Rifiuto il concetto Volontariato, rifiuto il concetto di
Solidarietà per opposizione civile e salvaguardia dello Stato Sociale. Non
pensi la Politica, rispetto a una serie di problemi, di potersene lavare le
mani perché tanto “ci sono i volontari”...
Se un giorno i volontari e le azioni di solidarietà non ci
dovessero essere più, finiremmo per sentire la Politica, dirci ancora una volta
che “è colpa vostra!”. Già noi Italiani siamo additati come brutti, sporchi,
cattivi, corrotti, indisciplinati, ingovernabili, evasori, scansafatiche,
improduttivi... anche egoisti? No, grazie.
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