Dopo il lavoro, passare al bar prima di tornare a casa. È
abitudine comune.
Gli attori lo fanno prima di andare al lavoro. Un caffè o un
toast, qualcuno un prosecchino per tirarsi su.
Dunque: Milano, seduti al bar di fianco al teatro aspettando di
entrare al lavoro.
Tutti consumano, la cameriera chiede anche a me, arrivato da
poco, se voglio qualcosa.
In verità mi va nulla, tranne un semplice bicchiere d’acqua.
“Sì, ecco: mi porti, per favore, un bicchiere d’acqua. Ma,
per cortesia, non dalla bottiglia, dal rubinetto. Mi raccomando, dal rubinetto,
niente bottiglie. È questione di temperatura. Preferisco”.
“Va bene.”, rispose proprio così: “Va bene”! Invece andò
bene per nulla!
Arriva un bel bicchierone colmo, poggio le labbra. Fermo
subito la signorina: “Scusi, questa non è acqua del rubinetto”. Che ci posso
fare, io sono così, me ne accorgo...
“Ah, sa, noi l’acqua del rubinetto non la diamo... non
sappiamo che acqua è...”
“Scusi, come sarebbe non sapete che acqua è? È potabile, è quella del comune, è l’acqua con
cui lavate i bicchieri, i piatti... che vuol dire non so che acqua è? E poi, bastava
dirmelo.”, mi guardò senza sapere cosa rispondere.
Le allungai il bicchiere: “Grazie, non lo voglio”. Se lo
riportà indietro.
I colleghi, sopra tutto quelli giovani, mi guardarono
perplessi.
Una disse: “Ma scusa, che ti importa, tanto mica la paghi”.
Ancora più perplesso la guardai io: “Che significa? Allora
se vai al ristorante e chiedi un riso in bianco perché stai male con lo
stomaco, e quello ci mette su il sugo di pomodoro, siccome non lo paghi,
siccome il prezzo è lo stesso, tu lo mangi? E poi: io ti ho chiesto una cosa
specifica, tu mi hai detto “va bene”, perché poi fai come ti pare?”.
Nessuno seppe cosa rispondere, si passò ad altro.
Logica dei nostri tempi: il cliente a parole è uno che ha
sempre ragione, ma in verità è solo uno da prendere per i fondelli, deve essere
per questo che la politica ci ha trasformati da cittadini in
clienti/consumatori; l’elemento economico è
la discriminante, su tutto: è gratis? E allora comunque va bene.
A proposito, cara collega: ieri uno strano figuro mi ha regalato 1 milione di euro. Dice:
“Fanne quello che vuoi, spendili...”. Un tempo si chiamava riciclaggio, oggi
come lo chiamiamo? Non importa, tanto è gratis.
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