martedì 8 agosto 2017

POMPIERI PIROMANI, STARE DALLA LORO PARTE.

Io non voglio giustificare. Voglio capire. E che credo che questo sia il dovere di ogni cittadino coscienzioso. L'indignazione un tanto al chilo, combinata con il moralismo un tanto al chilo di cui è figlia, serve a poco. Anzi a nulla. "La crisi - scrive Eduardo De Filippo ne "L'arte della commedia" - è una cartella di rendita nelle mani dei confusionari". Ecco perché voglio, tento, provo a capire.
La storia dei pompieri di Ragusa che appiccavano incendi per prendere le indennità fa sicuramente scalpore. Ma lo sdegno non è sufficiente.
Innanzi tutto si fa presto a dire "i pompieri, i vigili del fuoco". Le informazioni ci dicono che si tratta di volontari. Allora cominciamo, per favore, a non mescolare l'onesto lavoratore con chi dà occasionalmente una mano.
Prenderei poi in considerazione l'ipotesi che anche quei quindici volontari non abbiano svolto unicamente la loro attività andando ad appiccare roghi per poi spegnerli; probabile che nel corso del tempo si siano anche prodigati in attività regolari. Questo conta meno, poiché davanti a una vita di onestà, se metti un piedi in fallo, per quel fallo vai giudicato. Il resto può far parte del quadro generale in cui il fattaccio viene a concretizzarsi, delle cosidette attenuanti che non eliminano la colpa ma devono essere prese in considerazione.
I volontari della storia prendevano un compenso. E questo già suona strano, per cui la prima cosa che viene da chiedersi è: ma se uno è volontario, perché viene pagato?
Una qualche risposta ce la dà il segretario del CONAPO, sindacato autonomo dei vigili del fuoco, Antonio Brizzi, sul sito della organizzazione: "Il vero volontariato è gratuito - ma và?! - Questo è precariato mascherato". E già qui, c'è qualcosa che non quadra.
In realtà ci sono molte cose che non quadrano, e se vi fate un giro sul web trovate decine di video o articoli nei quali si denuncia il degrado da cui il prezioso corpo è ormai investito. Questo è uno, preso veramente a caso.



La denuncia, come potete ascoltare, è forte, e non dissimile da quelle di tanti altri lavoratori di questo Paese. Stipendi bassissimi, mezzi che mancano, strutture fatiscenti, precariato interminabile...

È stata una estate terribile, nella quale i nostri vigili del fuoco sono stati impegnati oltre qualsiasi immaginazione e in condizioni che più volte hanno fatto gridare allo scandalo, suscitando anche un profondo moto di riconoscenza per la la loro abnegazione.
Le segnalazioni e proteste di questi lavoratori giungono, come sempre dal web si può facilmente verificare, da ogni parte di Italia. Un esempio qui e un altro qui...
Basta questo a giustificare? Ma evidente che no. Ma forse aiuta a capire, che la situazione in cui operano i nostri pompieri è davvero indecente, al punto che i volontari vengono minimamente retribuiti forse per supplire almeno alle carenze di organico, visto che le carenze di mezzi non possono essere risolte che gli esseri umani.
Aggiungiamo un altro tassello: quanto guadagna un vigile del fuoco? Troviamo l'informazione anche in questo caso facilmente sul web in questo sito che spiega come entrare nel corpo. Si parte da 16.700 Leuri lordi l'anno! Se vi pare adeguato, allora nulla di ciò che accade deve indignarvi.

Al loro fianco ci sono i volontari, come abbiamo detto e compreso. Quali sono i loro compensi? E ci sono?
Ci sono! E a quanto si legge sempre sul sito del CONAPO, pure per loro ci sono ritardi e ritardi nei pagamenti.  
Allora dobbiamo prendere sul serio la denuncia di Antonio Brizzi secondo il quale il volontariato è un precariato mascherato?
Mi riservo la risposta.

Ma tutto questo, giustifica? Ancora no e mai giustificherà l'atto malsano e spregevole.
Ci presenta, però, un piccolo interessante quadro, quello di un degrado che mette in difficoltà il lavoro nonché la vita delle persone. E non è difficile immaginare che nel degrado si possa giungere a immaginare il peggio pur di sfangarla.

Avete presente i film americani, i film di quella america bella, felice, ricca e terra di opportunità?
Quante volte, in quei film, vi è capitato di vedere un onesto padre di famiglia, un serio impiegato, una segretaria zelante, un compito addetto alla sicurezza i quali, di fronte alla possibilità di un forte guadagno che può cambiare la loro vita, grama, trista, ordinaria e difficoltosa, decidono di assecondare un rapinatore, di entrare in un brutto giro d'affari, di lanciarsi in una speculazione pericolosa?
E quante volte, questa volta nella nostra Italia, avete sentito di un impiegato comunale che mette a rischio il proprio posto di lavoro, nonché la propria onorabilità, per una mazzetta di mille, duemila euro? Quante mazzette prenderà all'anno quell'impiegato, dieci, quindici? Di certo non sono soldi con cui scappa alle Bahamas per non tornare più, lui e la sua famiglia. Così come difficilmente la zelante segretaria statunitense immagina di girare il mondo in Yacht per il resto dei suoi giorni.
Qual è dunque la questione?
La questione è che abbiamo destrutturato un mondo basato sul concetto di socialità e di Stato forte che si occupa dei propri cittadini, poiché i cittadini stessi sono lo Stato, e abbiamo... messo il denaro davanti a tutto. Abbiamo cercato e realizzato la competitività, il libero mercato, il mondo delle opportunità ma solo per quelli "che ce la fanno", gli altri si arrangino, il darwinismo eletto a sistema... abbiamo ucciso la solidarietà, e continuiamo a ucciderla ogni volta che un lavoratore sciopera per difendere i suoi diritti e un altro lavoratore si lamenta dei disagi che lo scioperante gli provoca.

Il Denaro, la dea Mammona, è più importante di tutto perché è la sola cosa che può risolvere qualsiasi problema: curarsi bene, educare i propri figli al meglio, vivere momenti senza pensieri, fare vacanze di buon livello, soddisfare i propri più strampalati bisogni, assicurarsi una vecchiaia serena...
"Ma anche prima era così!".
Mi spiace NO.
Il Paese che dal dopoguerra si era cominciato a costruire, e che viaggiava su binari efficienti, prevedeva una solidarietà sociale che garantiva vita dignitosa all'operaio come al piccolo e medio industriale. E questo lo abbiamo distrutto.

A questo punto, fermatevi un attimo a riflettere e chiedetevi: è possibile che un gruppo di quindici persone, con le proprie difficoltà di vita, abbia architettato un piano malefico che gli consentisse di arrotondare lo stipendio, come l'impiegato del film americano decide di partecipare alla mega truffa per mandare i figli all'Università?
Lasciate per un attimo il moralismo un tanto al chilo, vuoto e inutile se non servisse solo a farvi sentire a posto con la coscienza, e pensateci: quante volte avete detto, un po' per celia e un po' per non morir, "Eh, ma vabbè!... ma magari se me li trovavo davanti io quei soldi, me li prendevo..."?
Mai? Sicuri che la morale che applicate agli altri non può investire in alcun momento della vostra vita anche voi? Nemmeno per il pensiero? Sicuri che non avete mai pensato che l'immigrato vi ha stufato quando vi vuol vendere le borse false sulla spiaggia, che avete sempre pagato perfettamente il parcheggio, che non avete mai buttato un piatto di plastica nel contenitore della carta?

Quanto avranno preso per questo loro giochino perverso e schifoso quei quindici volontari alla fine? Duemila euro a testa? Millecinquecento? Tremila?
Meno male che li hanno scovati e fermati perché il danno recato a noi, alla nostra terra e alla natura era enorme, forse dieci, forse cinquanta volte tanto, ma siamo proprio sicuri che nessuno di noi possa mettersi nei loro panni?

Non sto dalla loro parte come scritto nel titolo (provocatorio, altrimenti non leggevate nemmeno le prime due righe...), ma forse un quadro di comprensione del fenomeno possiamo tirarlo giù.
Ricordandoci - last but not least - che il tutto avveniva al Sud.
Qualcuno ricorda qual è il tasso di disoccupazione da quelle parti?

Mai per giustificare, ma solo per comprendere.

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