mercoledì 18 maggio 2016

Carattere italico e tendenza all'autorazzismo: c'è una spiegazione?

Vi segnalo un interessantissimo post ospitato sul blog goofynomics del prof. Alberto Bagnai sul tema dell' "autorazzismo italico", quella tendenza, tutta nazionale, di parlare male di noi stessi, di noi italiani, uno sport diffuso, diffusissimo, forse l'unico che per frequentazione riesce a battere anche il calcio.
Tutti, tutti noi, prima o poi, per non dire almeno una volta al giorno, ci siamo lamentati di questo Paese e imprecato alla incapacità degli italiani, alla loro inadeguatezza, ignavia, abbiamo scatenato le nostre ire contro il loro essere fannulloni, incapaci, poco produttivi, truffaldini, corrotti... e chi più ne ha più ne metta... tutti noi, almeno cinque minuti al giorno abbiamo impietosamente puntato il dito contro la categoria degli "italiani", categoria che ovviamente comprende tutti... tranne noi che in quei cinque minuti accusiamo. Ovviamente!

Qual è il "carattere" degli Italiani? E questa pratica dell'autorazzismo ha una sua ragione e/o radice storica, è spiegabile come fenomeno?
L'autore dell'articolo ci dà delle interessantissime indicazioni e, in sintesi, anche una spiegazione.



"LETTURE PER SERVIRE ALLA STORIA DELL'AUTORAZZISMO ITALIANO

"Gli Italiani sono senza carattere, è il grido di scrittori e politici tra Sette e Ottocento. Carattere, cioè qui, con significativa opzione semantica, tempra, fibra morale."

Così scrive Giulio Bollati nel testo "L'Italiano", apparso nel 1972 nel primo volume ("I caratteri originali") della "Storia d'Italia Einaudi".
Qual è il carattere degli Italiani, si chiede Bollati, e dove se ne possono trovare le origini? Nel suo testo la parola "autorazzismo" non compare mai, però emerge in filigrana abbastanza facilmente, ai nostri occhi, dai passi degli autori che si trovano citati man mano nel testo:

"Insensati che siamo!… Eppure tra questo popolo noi viviamo, questo popolo forma la parte più grande della nostra patria, da cui dipende, vogliamo o non vogliamo, la nostra sussistenza e la difesa nostra; e noi abbiamo core di dormir tranquilli affidando la nostra sussistenza e la difesa nostra a colui che noi stessi reputiamopieno di ogni vizio ed incapace di ogni virtù?"

Così scrive Vincenzo Cuoco, nel 1802 in uno dei primi articoli del "Giornale Italiano", pubblicato a Milano all'epoca della Repubblica Italiana (ex Cisalpina), quando uno dei primi problemi che si pongono, di fronte alle armate di Napoleone ... ...."

Il resto è qui

Buona lettura.

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