martedì 28 aprile 2015

Benvenuto signor Dante cinese tra i tuoi amici del mondo!

Ognuno ha il suo gioco, questo è il mio: collezionare Divina Commedia tradotte in lingue straniere.
Non deve essere una edizione preziosa, ma preferibilmente una tascabile, una edizione popolare, di poco prezzo, e non necessariamente tutta la Divina Commedia, mi basta anche una cantica sola.
Le ho prese, alcune, quando ho varcato il confine, e altre le ho richieste a parenti e amici che andavano all'estero. E non voglio che me le spediscano, ma che me le portino, così da avere ancora una occasione per incontrarsi e magari farsi raccontare il loro viaggio.
Niente foto, però, niente diapositive, filmini e altre noiosità del genere: solo parole, un racconto di solo parole.
Fino ad oggi ha funzionato e la collezione si sta pian piano arricchendo. Ce n'è dalla Germania, alla Turchia (se ne occupò mia madre andando a tormentare un libraio del mercato centrale di Istanbul),

e poi la Lituania, la Russia, la Francia, la Spagna, il Cile, e pure in Catalano, Inghilterra e Stati Uniti, tutte e due le coste, ecc.
A volte sono, appunto, nella stessa lingua, ma non importa, conta per me la divulgazione che questo capolavoro ha, vedere sotto i miei piccoli occhi italici la forza di diffusione di questo capolavoro.
Per le lingue che un po' capisco, è assolutamente divertente andare a vedere come si è mosso un traduttore per un'opera così assoluta e complessa.
E' un gioco, il mio gioco, niente di più.
Oggi, grazie al papà di una mia allieva, mi arriva l'edizione tradotta in cinese.
E chi ci capisce niente!
Ma è commovente lo stesso. Una sfilza di segni incomprensibili, ma che importa. I versi sono lì, scanditi e riportati, quel che significano tanto lo sappiamo.
E il fascino si riverbera come luce di sole e luna sull'acqua, una striscia lunga che non sappiamo dove cominci e dove finisca.
Benvenuto signor Dante cinese tra i tuoi amici del mondo!


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