mercoledì 7 marzo 2018

IL POPOLO DEGLI SCRUTATORI, L'ENTITA' DIMENTICATA

Alla fin fine a noi è andata anche discretamente, il nostro seggio ha finito di scrutinare alle 5,00 del mattino, e se si considera che avevamo cominciato alle h 6,30... non sono nemmeno state 24 ore continuate.
Presidente e segretario (il sottoscritto) sono andati a consegnare il materiale - come previsto qui a Torino e non mi si chieda il perché - e diciamo che alle h 6,00 potevamo fare una sola cosa: entrare in un bel bar, prendere cappuccino e cornetto, e poi andarsi a stendere sul divano davanti alla tv per vedere i risultati nazionali attendendo che il sonno, ormai svanito, ci cogliesse.

E' stata veramente dura questa volta. Nemmeno alle Comunali, che pure sono complicate, per le liste, le preferenze, i voti disgiunti, si è sofferto in tal modo. La mia povera presidente non ha potuto allontanarsi nemmeno venti minuti per mangiare un panino, l'abbiamo dovuta nutrire in loco, e per andare al bagno quasi doveva chiedere il permesso. In tutte le altre elezioni si riusciva a fare delle pause perché tre persone erano sufficienti a far funzionare il seggio (presidente e due scrutatori, vice-presidente e due scrutatori), stavolta il delirio dei bollini antifrode ci ha impedito qualsiasi tipo di "ripresa di fiato". E va detto che siamo stati fortunati ad avere dei rappresentati di lista molto collaborativi ed obiettivi, per cui lo spoglio ha proceduto senza discussioni particolari, per ogni situazione "confusa" si è sempre trovata una soluzione condivisa e di buon senso, altrimenti...
Quando sentite che alle dieci del mattino successivo ci sono ancora seggi che non hanno finito lo scrutinio, può certamente dipendere da mille cose: errore nei conteggi schede, contestazioni e verbali conseguenti da redigere, discussioni di varia natura, incomprensioni tra presidente e vice,  tra scrutatori, incapacità di alcuni di comprendere i funzionamenti del seggio e il lavoro che va svolto...
Quello che la gente non conosce e comprende, se non lo ha mai fatto, è veramente il grande lavoro che c'è dietro ad una elezione. Oltre agli addetti dei comuni, delle prefetture, le forze dell'ordine... c'è questo popolo sconosciuto, il popolo degli scrutatori, che ormai per pochi euro si sobbarca uno sforzo disumano. Dovrebbe parlare, talvolta, questo popolo, non tanto per chiedere più soldi, ma per chiedere maggiore rispetto, maggiore rispetto da parte delle istituzioni, poiché loro sono, in quel momento l'istituzione massima. Questo concetto si è completamente perso.
Mi spiego: con il bollino antifrode il regolamento prevede che la scheda nell'urna la debba depositare il presidente di seggio e non più l'elettore. In molte foto e filmatini giornalistici, avete visto i politici depositare loro stessi la scheda, addirittura Bersani è stato colto a compiere l'operazione senza nemmeno aver fatto staccare il bollino. Roba da matti, come se non conoscesse la normativa.
In troppi casi i presidenti hanno derogato alla regola, sbagliando clamorosamente.
Clamorosamente non perché scavalcassero il regolamento, ma perché scavalcavano il senso dei ruoli nel momento delle elezioni. L'idea  - cerco di essere semplice - che abbiamo completamente perso è che il momento delle elezioni è il momento più alto di una democrazia in quanto il popolo si mette al di sopra di tutte le altre istituzioni, il popolo, nelle figure dei presidenti e degli scrutatori, cittadini comuni e impiegati occasionalmente, non professionisti, rivendica il fondamentale principio che il governo è suo. Certamente, Ministero dell'Interno e Prefetture, insieme ad altri organi istituzionali guidano le operazioni, coordinano, indicano e gestiscono, ma il governo è del popolo. E lo potete rilevare in un semplicissimo fatto: i membri di un seggio costituito sono durante lo svolgimento del loro compito pubblici ufficiali; se arriva la massima autorità dello Stato, il Presidente della Repubblica, è compie, all'interno del seggio una qualsiasi cosa scorretta, il presidente di seggio o anche un semplice scrutatore, hanno il potere di rilevare il comportamento scorretto del cittadino, di redarguirlo, correggerne gli atti e se fosse il caso anche di fare intervenire le forze dell'ordine. Presidente di seggio e scrutatori sono in quel momento più importanti di tutti poiché sono loro a rappresentare il popolo e non un parlamentare sia pure noto o un'alta carica dello Stato.
E' ovvio che quando un Presidente della Repubblica, o della Camera si presentano al seggio, cose strane non ne accadono, poiché loro stessi sono consapevoli che il loro comportamento deve essere di esempio per tutti, da qui la vecchia tradizione di vederli in filmati e foto mentre compiono il loro diritto/dovere di cittadini. 


In questo caso, però, si è vista spesso e quasi volentieri una pericolosa deroga alle regole che il Paese, attraverso i suoi rappresentanti, si era dato: la scheda deve essere imbucata dal presidente di seggio dopo che questi ha tolto i tagliandini antifrode dalle schede.
Pare nulla quello che - vado a memoria - si è visto per Gentiloni, Bersani, Meloni... e invece è decisamente grave. E già, perché la storia del tagliando ha creato fortissimi problemi, grandi rallentamenti nelle operazioni di voto, con la registrazione del numero, il controllo prima e dopo il voto, lo strappo che poteva essere eseguito solo dal presidente... con tutte le discussioni che poi ne sono conseguite, poiché molti elettori, non conoscendo il meccanismo, vedendo il numero della loro scheda annotato vicino al loro nome nell'elenco votanti, temevano che si potesse riconoscere la loro preferenza, altri non volevano che la loro scheda fosse toccata, altri hanno cercato di imbucare da soli comunque... Alla fine, volenti o nolenti, tutti si sono attenuti alle regole. In molti hanno ringraziato, in tantissimi si sono fidati ciecamente di noi scrutatori lasciandoci le schede e andandosene sereni. Quando gli dicevamo di fermarsi a guardare che tutto veniva svolto correttamente, sorridevano e dicevano che non c'era problema. E questa è stata una delle cose più commoventi della giornata.
A qualcuno è stato invece consentito di non attenersi alle regole. Perché? Perché era "uno importante"? Gravissimo errore, quasi che qualcuno abbia sempre in tasca un privilegio da poter utilizzare. I fotografi si mettano l'anima in pace, ma finché c'è questa legge le foto del segretario di partito che butta la sua scheda nell'urna, andranno man mano diminuendo anzi si spera non ce ne saranno più.












La giornata è stata costellata da mille e mille altre difficoltà, impicci, incongruenze... qualcuna l'avete sentita dai tg, ma anche dove le cose sono andate bene i problemi non sono mancati. Basti pensare che questa storia della scheda "manovrabile" solo dal presidente aveva dell'assurdo e ha creato situazioni imbarazzanti, perché il povero presidente di seggio è stato praticamente sequestrato dalle h 7,00 alle h 23,00 e se doveva andare a fare una semplice pipì, si era costretti a sospendere momentaneamente le operazioni di voto... Verso le h 21,30 qualche "luminare" ha compreso, date le mille segnalazioni forse giunte - non ne ho certezza - è arrivata una circolare dalla prefettura (e dunque dal ministero) che diceva che le schede potevano essere toccate anche dal vicepresidente di seggio.
Ciumbia! Ve site addunate ambresso! (Cavolo! Ve ne siete accorti presto!) Tanto per mettere insieme due dialetti. A un'ora e mezzo dalla fine delle operazioni di voto qualcuno ha compreso che qualcosa non andava... complimenti vivissimi.

Ma lasciamo stare. Alla fine ce l'abbiamo fatta. Come sempre. E ci siamo regalati un meritato cornetto e cappuccino. Che altro potete desiderare per avere aiutato la Patria ad essere per quel che si può ancora se stessa?
Ci vediamo alla prossima elezione. Forse... Non lo so... non ho più l'età per certe maratone senza senso. Se rimettiamo il voto di domenica e lunedì... beh, se ne potrà parlare.
Non è questione di soldi (perché se un lavoro non si può fare per cento leuri, non si può fare nemmeno per trecento), è questione di rispetto, e pare proprio che per il popolo degli scrutatori non si abbia alcun rispetto, da ormai troppo e troppo tempo. Anche noi abbiamo diritto alla nostra lucidità, alle nostre pause per riprendere fiato, a staccare un'ora per un pasto decente, a fare qualche ora di sonno tra una giornata e l'altra per svolgere le operazioni di scrutinio, forse la parte più importante, con la dovuta calma, serenità, energia. Nelle condizioni date, nessuno ha il diritto di lamentarsi se non arrivano i dati per soddisfare i tempi televisivi.


(PS - non ho riletto... perdonate, mi sto ancora riprendendo) 

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