venerdì 5 gennaio 2018

1 cent a sacchetto di comprensibile indignazione

Di fronte alla storia del "pagate la tassa sul sacchetto del supermercato" non si sono, come tradizione italiana, costituiti due schieramenti, ma tre.
Il primo protesta per l'iniquo balzello, il secondo gongola per il freno al consumo di materiali non biodegradabili, il terzo si indigna soprattutto con i primi perché con tutte le cose per cui si potrebbe protestare, come ad esempio aumenti di luce e gas, ci si preoccupa dell'insignificante centesimo per il sacchetto della frutta. Va detto, per onor di verità, che in questo terzo schieramento c'è un ulteriore filone, quello di coloro che sostengono che tutta questa storia dei sacchetti sia una manovra di distrazione di massa, anche se non si sa ancora bene da cosa dovrebbe distrarre, ma attendo fiducioso perché sono un complottista.

Lasciamo stare quali possano essere i motivi per l'introduzione della tassa; un giro su internet e trovate molti articoli come questo.

Personalmente sono nello schieramento di "ci sarebbero ben altre cose per le quali indignarsi", ma credo sia il caso di comprendere le quasi assurde ragioni di quelli sconcertati per il centesimo a sacchetto, come forse nemmeno loro le hanno comprese.
Ipotizzando che una famiglia possa spendere € 0,15 a settimana in sacchetti, e sapendo che le settimane in un anno sono 52, la famiglia dovrebbe spendere circa € 8,00 l'anno (per l'esattezza € 7,8), ma arrotondiamo pure a € 10,00. Diciamo che la famiglia è decisamente disastrata poiché composta da tre persone e con un introito mensile di € 1000,00. Facile comprendere che quei dieci euro l'anno seppure importanti (possono essere dieci pacchi di pasta) alla fin fine, però, non manderanno la famiglia all'elemosina, né il risparmiarli la arricchiranno. Mentre gli aumenti di gas, luce, acqua, servizi pubblici... potranno invece creargli grossi, grossissimi problemi!
Ma allora perché la nostra famiglia tipo è più incazzata per il sacchetto che per il gas?
In realtà per gli aumenti di acqua, luce, ecc. la famigliola è già parecchio arrabbiata, con l'aggravante che non potendo fare a meno di certi servizi, per scaldarsi, cucinare, lavarsi... borbotta e ingoia l'amaro boccone cercando di tirare avanti.
Il problema è che, come dice un vecchio adagio, non è l'alluvione a far traboccare il vaso, ma la goccia, e il cent per il sacchetto è proprio come quella goccia; è il simbolo di una misura colma, di un confine che è stato attraversato, il senso più profondo di una ingiustizia subita, e subita due volte proprio perché insignificante, proprio perché principio puro senza altre implicazioni. In parole povere, è come se la gente dicesse: "Riusciamo a sopportare tutto, ad adeguarci a tutto... ma diamine, anche questo no!".
Sì, io resto convinto che ci siano motivi ben più importanti per arrabbiarsi, indignarsi, protestare e andare a votare contro il sistema che ci soffoca, ma credo di capire la sensazione che gli incavolati per il sacchetto della frutta provano: una cosa è difendersi da un cane da pastore, un'altra da una zanzara tigre, ma nel vostro quotidiano cosa vi fa imbestialire di più?

PS - Anche questa norma, ci dicono gli uomini di governo, si deve al recepimento di una normativa europea. Che poi scopriamo si poteva non recepire.
Una certa politica (europeista!) non cerca più soluzioni, anzi la sola soluzione che conosce è quella di scaricare sempre le responsabilità su qualcun altro, in questo, come in decine di altri casi, siccome "ce lo chiede l'Europa", il qualcun altro è proprio l'Europa.
Bene: se come loro limpidamente continuano a dirci, dipende dall'Europa, perché poi si meravigliano che la gente, esasperata, diventa sempre più euroscettica? Un corto circuito che loro stessi hanno creato e alimentano minando il campo su cui poggiano i loro delicati piedini. 

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