giovedì 19 ottobre 2017

L'EUROPA VERA, L'EUROPA FALSA (UN MANIFESTO DA LEGGERE)

"1. L’Europa ci appartiene e noi apparteniamo all’Europa. Queste terre sono la nostra casa; non ne abbiamo altra. Le ragioni per cui l’Europa ci è cara superano la nostra capacità di spiegare o di giustificare la nostra lealtà verso di essa. Sono storie, speranze e affetti condivisi. Usanze consolidate, e momenti di pathos e di dolore. Esperienze entusiasmanti di riconciliazione e la promessa di un futuro condiviso. Scenari ed eventi comuni si caricano di significato speciale: per noi, ma non per altri. La casa è un luogo dove le cose sono familiari e dove veniamo riconosciuti per quanto lontano abbiamo vagato. Questa è l’Europa vera, la nostra civiltà preziosa e insostituibile.
2. L’Europa, in tutta la sua ricchezza e la sua grandezza, è minacciata da un falsa concezione di se stessa. Questa Europa falsa immagina di essere la realizzazione della nostra civiltà, ma in verità sta requisendo la nostra casa." (...)
Così inizia un interessantissimo manifesto, La dichiarazione di Parigi - Una Europa in cui possiamo credere, pubblicato da un gruppo di importanti intellettuali europei, francesi, inglesi, ungheresi, tedeschi... i cui nomi sono tutti in calce, e che vi invito a leggere nella versione italiana. Ancora una volta dobbiamo ringraziare Roberto Buffagni per averlo divulgato sui social (e forse anche tradotto... non so). Il pregio, a mio vedere, di questo manifesto, che mette in discussione la visione della Unione Europea quale futuro dei popoli del nostro continente, contrapponendo una idea di "Europa vera" con quella di una "Europa falsa", come le definiscono gli autori basandosi sua una disamina storico-filosofica, culturale, concettuale, artistica, è la chiarezza espositiva. Si potrà essere o non essere d'accordo con loro - io lo sono quasi totalmente - ma non si può non riconoscergli il pregio della nettezza di pensiero e di enunciazione. Nettezza che per forza di cose si incastra perfettamente con il concetto di semplicità, intesa come punto di arrivo, come sintesi, come elaborazione di una serie di questioni e di pensieri complessi.
Diceva Eduardo De Filippo che "la recitazione naturale è la cosa più costruita e difficile che ci sia", la sua semplicità era il punto di arrivo di un percorso lungo, faticoso, elaborato. Peccato che oggi, in troppi confondano semplice con facileFacile, non ci interessa. Almeno se non decidiamo che... Nun voglio fà niente.
Buona lettura.PS - vi rimetto il link: https://thetrueeurope.eu/uneuropa-in-cui-possiamo-credere/

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