Io non sono dalla parte di Putin.
Per lo meno non lo sono come tifoso.
Mi sforzo, per quanto possibile, di essere
lucido ed equilibrato nelle analisi e nel giudizio.
Ma queste mie analisi, questi miei giudizi, dipendono inevitabilmente dalle informazioni
che mi giungono.
Ed è qui che il problema esplode.
Non sono dalla parte di Putin
e contro l’Ucraina, o contro quell’Occidente che difende a spada tratta l’Ucraina,
sono contro – e lo sarò finché non mi verrà fornita una sostanziosa prova
contraria – contro l’informazione, questa informazione, che manipola perpetuamente le notizie, che le fornisce a sostegno di una ideologia e di una
propaganda costante e implacabile, il cui unico scopo è convincerti della bontà
del mondo in cui sei stato immerso, mondo in cui stai male, di cui percepisci,
sulla tua stessa pelle, il disagio di vita, l’ansia che ti produce, il dolore e
la sofferenza, eppure questa propaganda fa di tutto per dirti che tu devi amare
il tuo dittatore, che ogni cosa che viene fatta dai tuoi governi è fatta per il
tuo bene, e nel caso tu percepisca un male, un disagio, tale disagio dipende da
te, che sei inadeguato o inadatto o disadattato rispetto alla bontà dell’operato
del tuo governo. Se stai male è colpa tua. Se non comprendi che Putin è un
dittatore, di sicuro in qualche modo è colpa tua. Se non capisci che la UE, l’euro,
il vaccino, o l’unione bancaria, o il MES, o il PNRR, o il Trattato del
Quirinale, o la Transizione ecologica e digitale… sono fatti per il tuo bene,
la colpa è solo tua.
Io non sono dalla parte di
Putin, anche se spero, a questo punto in una sua vittoria a tutto tondo, piena,
e non soltanto sull’Ucraina, ma su questo sistema liberista-progressista-globalista
che sta distruggendo le nostre vite, le nostre civiltà, tradizioni, storie,
famiglie. Io sono contro questa informazione truffaldina che manipola i fatti,
che non informa più, che si nutre solo di opinioni facendole passare per fatti,
io sono contro questo inganno costante.
Decidiamo cosa votare, cosa fare, decidiamo “cosa ne penso” sulla base delle
informazioni che riceviamo. Siamo certi di decidere in un pieno regime di
verità e libertà?
Una vera e libera informazione è il fondamentale presupposto per una compiuta
democrazia.
Noi non siamo in democrazia.
Questa informazione, ormai a livello globale, mente da anni, ed in maniera
spudorata. Quasi mai ammette i propri errori, e più inganna più insiste nell’inganno.
E la menzogna ha un suo cardine ben preciso dal quale non può prescindere:
soffocare il dibattito, stritolare le altrui opinioni, screditarle,
ridicolizzarle, renderle insomma inutili e inaffidabili.
E qui veniamo all’altra parte della storia: i fruitori dell’informazione.
Quale speranza possiamo avere
se i cittadini male informati nel corso dei decenni hanno compreso di essere
male informati, ma ad ogni nuova occasione si fidano e ri-fidano di quella
stessa informazione che li ha ingannati?
Il conto delle menzogne che ci sono state propinate è grande, le prove e controprove immense, a cominciare dai benefici che ci avrebbe portato essere in una Unione
Europea, per non dire di quelli che ci avrebbe portato l’euro (cosa ormai
ammessa anche da quella informazione che si batteva per la sua indiscutibilità),
per non dimenticare l’inganno dello spread o i vantaggi del bail-in, oppure le
menzogne su una immigrazione irregolare e incontrollata, o sul mercato libero e
la libera concorrenza (che a guardar bene non esiste ed è deleteria per i
lavoratori), e non dimentichiamo le menzogne sui vantaggi che al nostro Paese
avrebbero portato le privatizzazioni, lo smantellamento delle grandi industrie
di Stato, o quelle sui vantaggi della integrazione tra Sanità pubblica e Sanità
privata, la trasformazione degli ospedali o delle università in aziende, le
riforme della Scuola che ne hanno massacrato la qualità, l’abolizione del
servizio di leva obbligatorio… E si potrebbe continuare per ore.
Ciascuno di noi sa – ormai anche i quindicenni – che ci avevano promesso di
portarci in un mondo fantastico, nuovo, veloce, efficiente, attento in primis
ai bisogni del cittadino che diveniva il centro di tutta la vita della Nazione,
e invece ci hanno precipitato in un mondo di merda! Un mondo di merda dove la
prima attività del cittadino è difendersi da tutto quello che gli sta intorno e
cercare il più possibile di difendere i propri cari, in particolare gli
anziani, che sono quelli più mortalmente spaesati.
Non ostante tutto questo, la
gente, quando apre un tg e sente parlare di guerra o di pandemia o di banche, crede
a quella informazione che le ha mentito.
Ne usciremo mai? E se ne usciremo, ne usciremo migliori, come in questi ultimi
anni si ama dire, o peggiori?
Giulio Bosetti era solito ripetere che “è vero: non c’è mai limite al meglio;
ma non c’è nemmeno mai limite al peggio”.
In tal senso sono pessimista: ne usciremo peggiori. La pandemia (che miracolosamente
Putin ha sconfitto in due giorni, non se ne parla più e nessuno si straccia le
vesti per le manifestazioni di piazza pro pace senza osservanza delle regole Covid),
la pandemia, dicevo, ce lo ha mostrato plasticamente che siamo decisamente
peggiori di quel che immaginiamo e che spesso non c’è modo di fermarci. Non
abbiamo avuto remore davanti a lavoratori privati dei loro diritti, di fronte
alla frode sanitaria perpetuata a danno dello Stato e del cittadino, non ci
siamo fatti problemi di fronte alle persone che sono state molto male a
causa dei vaccini che ci venivano propinati, anche davanti alle morti
accertate, non abbiamo battuto ciglio di fronte alla Costituzione calpestata,
al sangue dei nostri padri coperto con una sabbia lercia e sporca. Come
possiamo credere di “uscirne migliori”? Siamo già peggiori di prima, e lo
saremo ancora di più perché non vediamo oltre il nostro stesso occhio. Siamo ciechi.
Io non sono con Putin. Ma non
voglio arrivare a scuola e vedere i miei ragazzi in ansia, preoccupati, con gli
occhi cerchiati dalla mancanza di sonno per il terrore della guerra. Escono –
forse, se sarà loro consentito da governi schifosi – da due anni di pandemia
che hanno stravolto la loro naturale gioventù, sono alla ricerca disperata di
punti di riferimento a cui agganciarsi per potere ripartire alla scoperta della
loro vita e delle loro aspirazioni, ed ora che forse gli viene concesso di guardare
di nuovo l’orizzonte, devo vederli ripiombare in un nuovo terrore per una cosa
che potrebbe anche non coinvolgerli fisicamente perché questa propaganda li fa
sentire già fisicamente coinvolti? Vuol dire che il meccanismo della paura è
entrato in loro, e vi rispondono come il cane di Pavlov, basta un nonnulla; e io
non lo accetto. Se questo è il mondo in cui volete vederli calati fino alla
fine dei loro giorni, è bene che qualcuno apra loro gli occhi solo per fargli
capire che “il dubbio” è assioma imprescindibile di una vita libera, faticosa,
dolorosa, ma libera. Che la Libertà è un duro cammino che ogni uomo deve compiere
prima dentro se stesso e poi nel mondo. Che essere condizionati è il
presupposto della schiavitù.
Ogni parola che potrà essere loro detta perché si riapproprino legittimamente
del loro tempo verrà detta. Poco possiamo, ma non ci esimeremo dal farlo
accompagnati dalla sola paura che un uomo ha il diritto di avere: la paura di
sbagliare.
Tra Ettore e Achille sceglieremo sempre Ettore, perché abbiamo paura, ma
dobbiamo andare.
Io non sto con Putin, ma solo la Verità ci farà liberi.
Nessun commento:
Posta un commento
dite pure quel che volete, siete solo pregati di evitare commenti inutili e volgarità.