domenica 6 dicembre 2015

Questo Sud brutto sporco e cattivo.

E allora mi ritrovo felicemente a leggere dei brani di Carlo Levi in una commemorazione per il quarantennale della scomparsa. Bene, tutto bene. I brani che ho scelto, discorsi parlamentari, Levi fu senatore della Repubblica, vanno ottimamente. Quindi ci sono i vari relatori. 
Carlo Levi ha fondato la Filef (federazione italiana lavoratori emigranti e famiglie) e ne è stato presidente fino alla sua morte. Dunque, il centro della commemorazione, organizzata dalla stessa FILEF è proprio il problema emigrazione. 
Ora, una brava relatrice, di cui non voglio dire il nome, e che è presidente di un'altra associazione che pure si occupa di migranti, fa un interessante discorso, racconta delle indagini da loro condotte negli ultimi anni ed espone le conclusioni che ne hanno tratto. 
Tutto bene... fino a quando la stimabile (dico sul serio) dottoressa, non si lancia in una affermazione cui non posso fare a meno di rispondere: l'emigrazione dal Sud, da dopo l'Unità d'Italia in poi, non è stata propriamente dovuta a problemi di carattere economico come lo stesso Levi spesso sottolinea, ma più specificamente a una media e alta borghesia retrograda, conservatrice, corrotta e... e allora ho chiesto di intervenire. 
"Perdoni, ma mi viene in mente che Papa Francesco, discende da una famiglia di emigranti piemontesi; e c'è poi l'emigrazione dal Veneto, e quella dal bergamasco verso la Svizzera, e poi c'è una emigrazione spagnola, portoghese... Ora, mi perdoni, o questa borghesia conservatrice e corrotta esisteva in tutte questi posti, o la teoria regge pochino. Scusi se mi sono permesso..."
"Ma no, prego, volevo dire... " insomma, poche parole e ha cambiato discorso. 

Non nascondo che da uomo del Sud mi sono sentito offeso. E non tanto offeso come borghese, ma proprio come cittadino che deve ancora sentire una narrazione che tende sempre a non volere andare alle vere cause, che gira intorno ai problemi senza mai voler centrare un solo obiettivo. 
Eppure, Levi lo dice benissimo: il problema è economico-sociale. 
E allora, possiamo ancora assistere passivi a questi racconti semplicemente denigratori del Sud che mostrano di non avere non solo alcun fondamento scientifico, ma sono anche facilmente confutabili? 
Personalmente non sono più disposto. Con le mie più sincere scuse alla relatrice. 
Bisognerebbe forse cominciare a occuparsi davvero di queste cause economiche e sociali.
Qualcuno una risposta l'ha data, il prof. Paolo Savona, quando dice che: l'arretratezza del Mezzogiorno dipende anche dall'avere subito per tre volte un aggancio monetario fatto a immagine e somiglianza del Nord: con l'Unità (adottando la lira del Nord); dopo la Seconda Guerra Mondiale (con l'ingresso nel sistema di cambi fissi di Bretton Woods); e, infine, con l'ingresso nell'euro. 

Sarà la risposta giusta, non lo sarà? Personalmente mi fido solo del fatto che Savona è certamente il miglior economista italiano vivente. Se vale il principio della meritocrazia, gli credo. 
Ma non chiedo agli altri di credere, gli chiederei soltanto di farsi venire ogni tanto dei dubbi, di ipotizzare che esistano altre spiegazioni, che se si continua sulla linea del racconto che ascoltiamo da decenni e decenni, ormai da più di un secolo (il Sud brutto sporco e cattivo), probabilmente non andiamo verso alcuna soluzione, probabilmente rimaniamo sempre all'interno dello stesso circolo... probabilmente, risolvessimo il problema della migrazione, coloro che se ne occupano dovrebbero trovarsi altra attività. Probabilmente coloro che si occupano di "questione meridionale" dovrebbero trovarsi altra attività... 
Ricordo solo a chi vuole ascoltare che prima del 1861, il Mezzogiorno d'Italia non esisteva.  

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