lunedì 17 gennaio 2022

OBTORTO COLLE

Dal caro amico nella vita e in Twitter, Ismaele, con grande piacere ricevo e pubblico, nella certezza che quanto prima si "sdebiterà" con un buon bicchiere di Nebbiolo.


Quirinale? O se volete ‘momento PeterGoodwin’.

A Torino c’era un barbiere che per ogni tornata elettorale o referendaria piazzava l’urna in negozio e faceva votare i clienti. Organizzava dibattiti che hanno richiesto l’occupazione autorizzata di suolo pubblico, con chiusura della via e maxischermi esterni, per i molti che non trovavano posto in barberia. Clientela che spaziava dal senato accademico al circolo degli immigrati sardi, dalle amministrazioni comunale-provinciale-regionale alla gente del quartiere, su su fino alle fondazioni delle banche e - non plus ultra - ai suonatori un po’ sballati e ai balordi come me. Mimmo non dava ragione a tutti e non stava sul vago perché, si sa, il cliente… no no: lui ti diceva la sua e contestava la tua. E poi a bere e mangiare e cantare. Alla sua memoria dedico questo texto. 


Qualche puntata fa il #GattoThunbergShow è decollato dalla vetta del Colle per raggiungere quote ben più elevate.

Per chi se la ricorda vorrei rimarcare che: 

1)la battaglia che rese non più credibile lo stato d’emergenza e portò alla destituzione del Comitato tecnico scientifico di salute pubblica con conseguente liquidazione dell’avvocato Maximilien Robersperr e della sua potenza fu quella di Fleurus e non quella di Valmy;

2) riguardo alle coordinate spaziali tutti gli interventi sono rimasti nel recinto italico, solo ‘Durezza del vivere’, col nome di David Sassoli, aveva montato il grandangolo; riguardo a quelle temporali non si è risaliti oltre Napolitano. 

E qui sta il problema. 

Non si tratta di un gioco fra i partiti. Si tratta dell’Ambasciata di Via Vittorio Veneto e di quella di via XX Settembre. E non si tratta di un ruolo del presidente che sarebbe cambiato con la nuova gestione, forno a legna, di Napolitano e Mattarella. Da qualche anno chiunque, anche se stava facendo l’Erasmus o prendendo un PhD, dovrebbero essersi accorto che la favola delle elementari - il presidente che taglia solo nastri - non è mai stata più vera di quell’altra sull’Italia paese sovrano nato dalle resistenze, mentre invece è nato dai condensatori. 

Chi ha detto che Mattarella “è spuntato fuori dal nulla” si è dimenticato che lo stesso fu Vice di D’Alema alla Presidenza del consiglio dei ministri, con delega ai servizi segreti, e Ministro della difesa nel secondo governo D’Alema. A quei tempi un ragazzino di nome Novak si esercitava fra un bombardamento e l’altro, in Serbia, dov’era Nato.

Cossiga lo ha detto e lo ha scritto di aver garantito per D’Alema con inglesi e americani, da ex-Presidente. Ma Scalfaro fu un tagliatore di nastri? E Ciampi? E Pertini non diede l’incarico al primo socialista di formare il governo? In piena autonomia? E Moro (cof, cof … ehm!)? e Segni? E Saragat, ieri citato come un pistola qualsiasi, dimenticando che il Partito socialdemocratico è stato letteralmente una creatura USA?

Ho cominciato a prendere sul serio la candidatura di Draghi al Quirinale il giorno in cui chiamò dittatore Erdogan. Non era una gaffe. Si parla di Libia, per dire. Leviamoci dalla testa l’idea che il presidente della Repubblica, nonché del suo Consiglio supremo di difesa, possa scaturire solo dall’aula sordocieca e arcobaleno. 

Ora, esiste la versione di Boni, secondo cui bisogna tifare per Draghi al Quirinale perché potrebbe fare meno danni, forse perché non completamente in grado di controllare l’imprevisto elettorale e le dinamiche fra i partiti. Insomma, sui massimi sistemi resterebbe in grado di esercitare un controllo, ma sull’attività ordinaria dell’esecutivo forse resterebbero margini di manovra. Mah…

Un pronostico forse non campato in aria è questo: Draghi resta a Chigi, e Mattarella resta al Quirinale, con la scusa del DDL Zanda, a tempo determinato. Poi: fine della legislatura approvato il DDL o al massimo al 2023, elezioni delle Camere ridotte dalla riforma e riallineate all’elettorato che non si astiene, dimissioni e elezioni presidenziali.



Ismaele @ChiamatemiI

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