Ieri sera ho visto Megalopolis, l'ultimo film di Francis Ford Coppola. Grande regista. Dovrebbe essere una garanzia. Invece il film è dannatamente brutto, brutto e pretenzioso che tutto ciò che riesce a mettere in scena è il provincialismo americano.
I titoli di testa la indicano come "favola di F. F. Coppola", e tale è, vista l'ambientazione pseudo antica Roma, i nomi dei personaggi: Cesare Catilina, Cuius Crasso e roba del genere. Costumi e truccature da richiamare la città eterna, e poi sparse come il granone, a iosa, citazioni di Marco Aurelio, Shakespeare a gogò (a un certo punto il protagonista ci declama, non si capisce il perché l'Essere o non essere dell'Amleto... boh!), battute recitate in latino, cast stellare, dispendio di luci e costumi e scene e montaggio acrobatico, storia più banale che sconclusionata, gli USA come Roma conosceranno la stessa decadenza perché i suoi cittadini non credono più nel loro Stato, un po' di morale, un po' di lesbo, qualche nero piazzato ad hoc... Il tutto per due ore abbondanti di noia, noia pura, nelle quali un americano mostra come sia sotto sotto sempre abitato da quel senso di inferiorità che gli comporta l'essere nato in un Paese che non ha una storia antica.
Insomma, quel Coppola che ci ha regalato - lo sappiamo tutti - capolavori assoluti come Dracula, la saga del Padrino, Apocalypse now, L'uomo della pioggia, il delizioso Tucker - un uomo e il suo sogno, il fantastico Cotton Club, e tanti altri bei film, stavolta ha proprio "lisciato". Succede, anche ai più grandi capita di far bruciare la torta, mancare il buco della ciambella, di inciampare in un brutto film che, a dirla tutta, non è nemmeno recitato benissimo.
Un pregio, a mio parere, va però rilevato: Coppola il film lo ha scritto, diretto, ma soprattutto se lo è prodotto. A differenza di certi simpatici registi nostrani che pretendono di far capolavoro con soldi altrui o, peggio ancora, con soldi dello Stato, il vecchio Francis, potendolo ovviamente ormai permettere, rischia il suo per il suo. E fa più che bene. Se il film è brutto, questo aspetto è tutto da apprezzare.
In fondo, quante volte, nei nostri sogni, abbiamo pensato: "Se vinco al Superenalotto mi tolgo questo sfizio", chi con l'arte, chi con i viaggi, chi con la casa, ecc?
Io, per esempio, avessi la possibilità scommetterei sul nostro Giardino dei ciliegi in napoletano, e allora è più che giusto che Coppola con i suoi soldi faccia quel che vuole. I suoi, non dei contribuenti.
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